Nessun allarme per ora, ma Vladimir Putin “non vuole la pace” e dunque bisogna farsi trovare pronti. Nel caso, anche a un’economia di guerra e a logiche di “razionamento”.

Lo ha detto Mario Draghi, pur sottolineando che al momento non è questo lo scenario.

“Niente allarmi”, scandisce il premier, “l’Italia continua a crescere anche se rallenta e ci stiamo attrezzando per affrontare i rincari dei prezzi intanto con una prima tranche di aiuti”. 

Ma allo stesso tempo bisogna “dire la verità” ed “essere preparati” per affrontare un futuro reso sempre più incerto dalla guerra in Ucraina.

“Siamo usciti dalla pandemia con una crescita vibrante e uno straordinario +6,5%, ora questi risultati vanno preservati. Non c’è una recessione in vista ma un rallentamento”, spiega il premier annunciando che “non è previsto uno scostamento di bilancio” ma ci saranno “misure adeguate ad aiutare subito famiglie e imprese”.

Per ora di certo sul tavolo c’è il taglio di 15 centesimi delle accise su benzina e gasolio per due o tre mesi, che si autofinanziano con i maggiori incassi Iva. Per il resto, gli aiuti per le bollette a famiglie e imprese, le risorse sono scarse. L'azione nazionale, è il ragionamento di Draghi, va coordinata alle scelte europee, che nella visione italiana devono contemplare un “tetto europeo al prezzo del gas”.

Ancora, sull’ipotesi razionamento: “Non è ancora il caso di lanciare allarmi e proporre un’economia di guerra. Ma bisogna prendere provvedimenti per affrontare le conseguenze del conflitto e delle sanzioni che preoccupano i cittadini”.

La situazione “è di grande incertezza”, la pace “va cercata ad ogni costo”, ma bisogna anche guardare i fatti e questi dicono che c’è una “determinazione della Russia a portare avanti il conflitto”.

(Unioneonline/L)

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