Meno prelibatezze estere, col caviale e il salmone della Russia al bando e il foie gras ridotto al lumicino dall'influenza aviaria, e più piatti della grande tradizione, dai cappelletti all'arrosto e l'insalata russa, dalle grandi e variegate fritture al pollo e coniglio farciti, fino ai dolci della ricorrenza, lievitati o mandorlati che siano.

Tra guerre e incertezze economiche, gli italiani, volenti e nolenti, cercano così di risparmiare e celebrano il Natale facendo tesoro di vini di territorio e ricette di casa.

Secondo una stima di Confcooperative per il cenone di Natale gli italiani spenderanno 2,9 miliardi di euro: 400 milioni in più dello scorso anno e 200 milioni più del Natale pre Covid.

L'impennata nella spesa è determinata, però, non dai maggiori consumi, ma dagli aumenti generalizzati dei prezzi.

Per il menu di Natale in pole position la tradizione: vongole e frutti di mare per i primi piatti (165 milioni di euro, sui frutti di mare pesa l'effetto granchio blu che ha decimato le coltivazioni soprattutto nell'alto Adriatico); pesce per i secondi piatti (495 milioni di euro); carne, salumi e uova (510 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (430 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (385 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (320 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (155 milioni). Fino al carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (400 milioni di euro).

Secondo Coldiretti tra pranzi, cenoni, cesti e regali enogastronomici vengono spesi quest'anno dagli italiani oltre 10 miliardi di euro per le feste tra il Natale e il Capodanno. Solo a dicembre Confartigianato stima invece un consumo di prodotti alimentari e bevande delle famiglie italiane pari a 15,9 miliardi di euro.

E nei consumi natalizi del 2023 spiccano quelli che puntano sulla tipicità, sull'identità territoriale, sull'unicità e qualità di prodotti e servizi. Ma per i maestri artigiani del gusto le soddisfazioni maggiori arrivano dall'estero: il mondo è goloso di specialità dolciarie made in Italy.

Nell'ultimo anno, rileva ancora Confartigianato, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze tipiche, le esportazioni salgono a quota 980 milioni di euro, con un aumento del 9,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. 

(Unioneonline/v.l.)

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