Burocrazia e maxi rincari: le difficoltà dell’edilizia in Sardegna
Sono il rovescio della medaglia di bonus e agevolazioni, imprese disorientate per le numerose modifiche normative
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Noleggiare un ponteggio in questo periodo? “Facile quanto comprare alcol e Amuchina durante il primo lockdown”, ossia per niente. Ed è uno dei paragoni che restituiscono il momento delicato che vive il settore dell’edilizia in Sardegna. “Abbiamo difficoltà a trovare molti materiali per i cantieri – spiega Francesco Porcu, segretario generale della Confederazione nazionale dell’artigianato – E i prezzi in certi casi sono raddoppiati”.
Aziende e associazioni, quindi, devono ricorrere ai canali internazionali, con impalcature fatte arrivare dall’Est Europa. Sono alcune delle conseguenze delle agevolazioni dirette a sostenere il settore che conta quasi 50mila lavoratori e più di 23mila imprese, il rovescio della medaglia del Superbonus 110% o di quello relativo alle facciate.
Negli ultimi due anni si calcola che il fatturato sia cresciuto del 36 per cento, e l’impennata è stata tanto repentina da impedire alle aziende di soddisfare la domanda. Cantieri, impalcature spuntano in tutte le città: “Era chiaro che una domanda così forte avrebbe spiazzato la capacità di offerta delle imprese. Ma non è l'unica complicazione – aggiunge Porcu - perché nelle ultime settimane le novità normative hanno inserito sabbia nei meccanismi burocratici, che già avevano faticato non poco per essere standardizzati e normalizzati”.
Per combattere le truffe al Fisco riconducibili al commercio dei crediti fiscali, sono arrivate le strette del governo, l’ennesima: in 20 mesi si sono susseguite 9 modifiche normative, una ogni due mesi o poco più. Difficile star dietro ai cambiamenti.
(Unioneonline)
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