Anche il Codacons sardo punta i riflettori sul Bitcoin. Dietro la crescita iperbolica delle moneta virtuale potrebbero nascondersi operazioni illecite a danno dei risparmiatori sardi, ecco perché l'associazione dei consumatori ha deciso di inoltrare anche alle procure di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano un esposto contro possibili reati come quello di truffa aggravata e manovre speculative.

L'iniziativa in Sardegna è coordinata dall'avvocato ogliastrino Diana Barrui, responsabile regionale del Codacons, ma le denunce depositate sono 104 in tutta Italia, una per ogni procura invitata a indagare nell'ambito delle proprie competenze territoriali.

Le perplessità dell'associazione riguardano la poca solidità alla base della nuova moneta dei desideri. Un'instabilità innegabile, nonostante l'ottimismo sparso dai broker finanziari di tutto il mondo, che potrebbe diventare terreno fertile per speculatori senza scrupoli e truffatori, pronti ad attentare al salvadanaio di migliaia di ingenui risparmiatori.

"Le monete alternative, come quelle virtuali - spiegano gli esponenti del Codacons -, non sono legate a Stati o banche centrali e quindi non hanno una convenzione o un corrispettivo sottostante, non vengono garantite da niente e nessuno; né dal gettito fiscale, né dall'oro e neanche dai diritti sui beni il potere del piccolo risparmiatore nel determinare il prezzo è perciò nullo. Sarebbero i trader sui mercati professionali a dettare le regole e i rischi sembrerebbero molti".

***

© Riproduzione riservata