Bankitalia, migliorano le attese delle famiglie sull’economia
Il 33% prevede un miglioramento del mercato del lavoro
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Cresce l’ottimismo delle famiglie sull'economia italiana.
Lo afferma la Banca d'Italia nella sesta edizione dell’“Indagine straordinaria sulle famiglie italiane” pubblicata nella serie “Note Covid-19”.
Lo studio è stato condotto tra fine agosto e inizio settembre su oltre duemila nuclei familiari.
Secondo quanto emerge dal dossier dell'istituto di credito, "il saldo tra attese di miglioramento e peggioramento della situazione economica e del lavoro è positivo per la prima volta da primavera 2020; le famiglie che prefigurano un peggioramento sono calate di oltre il 10%".
La quota di famiglie che prevede un miglioramento della situazione economica generale si colloca al 33,2%. Per il 33,8% inoltre migliorerà anche il mercato del lavoro.
Circa un terzo degli intervistati sostiene di essere riuscito ad accantonare qualche risparmio a partire dall'inizio della pandemia, con una quota maggiore nel caso di nuclei in cui il capofamiglia è laureato, mentre la percentuale di famiglie che stima di riuscire a risparmiare nei prossimi dodici mesi è rimasta sostanzialmente stabile rispetto alla primavera e si attesta al 44%.
Il documento mostra come "i comportamenti di consumo restino condizionati dall'emergenza sanitaria, ma appaiano in progressivo miglioramento". In particolare, rispetto a quanto rilevato in aprile la percentuale di famiglie che dichiarano di avere ridotto le spese per alberghi, bar e ristoranti rispetto al periodo pre-Covid è diminuita di 15 punti percentuali, anche se resta piuttosto alta (circa il 71 per cento; aveva toccato quasi il 90 per cento nelle fasi più acute della crisi legata al coronavirus).
Tra le motivazioni che portano a un ridimensionamento dei consumi, "è rimasta invariata l'importanza attribuita alla paura del contagio; è sensibilmente diminuita quella associata alle misure di contenimento, in connessione con il venire meno delle restrizioni a partire dalla primavera. Permane tuttavia una certa cautela nelle attese di spesa a tre mesi, in particolare tra le famiglie con maggiori difficoltà economiche e tra quelle che nel mese precedente l'intervista hanno percepito un reddito più basso rispetto a prima della pandemia".
(Unioneonline/F)