La crisi economica causata dall'emergenza Coronavirus potrebbe infliggere il colpo di grazia all'artigianato della Sardegna, comparto che negli ultimi dieci anni ha subìto una flessione del -19%, la più pesante registrata in Italia.

A lanciare l'allarme è l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha diffuso la fotografia del settore, segnalando come le imprese artigiane italiane abbiamo già perso complessivamente, tra il 12 marzo e il 13 aprile, almeno 7 miliardi di euro di fatturato, per via di chiusure, cancellazioni di ordini e problemi di approvigionamento e consegna provocati dalla pandemia in corso.

I COMPARTI COLPITI - "I comparti più colpiti - spiega la Cgia - sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni, ad esempio, vedranno una flessione del fatturato di 3,2 miliardi (edili, dipintori, finitori di edifici, etc.) la manifattura di 2,8 miliardi (metalmeccanici, legno, chimica,

plastica, tessile-abbigliamento, calzature, etc.) e i servizi alla persona di 650 milioni di euro (acconciatori, estetiste, calzolai, etc.).

Dati neri, tanto che il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo dipinge uno scenario quasi apocalittico: "L'artigianato rischia di estinguersi, o quasi, in particolar modo nelle piccole città e nei paesi di periferia, per via dell'azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva. Le aziende - aggiunge - non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere. Se la situazione non migliorerà entro la fine del prossimo mese di maggio, è verosimile che entro quest'anno il numero complessivo delle aziende artigiane scenderà di almeno 300mila unità: vale a dire che il 25% delle imprese artigiane presenti in Italia chiuderà i battenti".

ISOLA MAGLIA NERA - Come detto, la situazione più pesante sembra essere quella dell'Isola. La Cgia evidenzia infatti che "la situazione attuale, molto difficile, si sovrappone ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Tra il 2009 e il 2019, infatti, le aziende artigiane che hanno chiuso definitivamente sono state poco meno di 180 mila (per la precisione 178.664), pari al -12,2%. Se nel 2009 lo stock era pari a 1.465.949, al 31 dicembre dell'anno scorso il numero è sceso a 1.287.285. E la regione che ha subito la flessione più elevata è stata la Sardegna (-19%)".

CRISI DRAMMATICA - "Quasi il 60% della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni - fa notare il segretario Cgia Renato Mason - riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, dipintori, elettricisti, idraulici, etc. hanno vissuto anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto e la drammatica crisi che vivremo nei prossimi mesi cancelleranno molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell'artigianato e la vita di molti quartieri e città".

(Unioneonline/l.f.)
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