Una nuova vagonata di soldi dallo Stato, la svolta rinviata di sei mesi - o forse più - e all'orizzonte l'ipotesi che fa più paura ai dipendenti di Alitalia: tagli e riduzione del personale, in modo da rendere più appetibile agli occhi dei possibili partner la compagnia sull'orlo dell'ennesima crisi.

Fosse solo questo, non ci sarebbe da stupirsi vista la storia del primo vettore aereo italiano.

L'incertezza sul futuro societario fa scricchiolare anche la continuità territoriale sarda, di cui Alitalia è azionista di maggioranza: attualmente controlla le rotte di Cagliari e Alghero (mentre a Olbia, nonostante abbia vinto la gara d'appalto, ha dovuto cedere lo scettro a Air Italy), nel 2020 chissà. Uno degli scenari possibili, quello dell'ingresso nella cordata da parte di Lufthansa, fa tremare: in questo caso l'interesse per le rotte nazionali, comprese quelle sarde, potrebbe sfumare.

E a garantire i collegamenti con i maggiori scali della Penisola resterebbero le low cost. William Zonca, segretario regionale della Uil Trasporti, spera di no: "Le rotte di Cagliari e Olbia hanno un buon mercato, mi sembra difficile che una compagnia, a prescindere dai soci, possa rinunciare a partecipare al bando. In più ci sono le compensazioni economiche. L'unico scalo a rischio, semmai, potrebbe essere quello di Alghero". C'è poi il capitolo dell'occupazione. L'ipotesi di nuovi tagli al personale ovviamente preoccupa i sindacati. Nell'Isola i dipendenti di Alitalia non sono tanti: 11 a Cagliari e 3 ad Alghero. La chiave di tutto sarà il piano industriale: "Se si dovesse basare solo su riduzioni di attività e del numero di occupati, il futuro della compagnia non sarà certo roseo", dice il segretario della Filt Cgil Arnaldo Boeddu. In questo caso poi Alitalia rischierebbe di avvitarsi su se stessa: "Per come si è strutturato il mondo del trasporto aereo, solo le grandi compagnie potranno sopravvivere e avere un futuro".

Intanto, la società ha ricevuto ossigeno fino al prossimo maggio: dal Governo ha assicurato altri 400 milioni di euro, dopo altri 900 già messi sul piatto per non far precipitare la compagnia aerea.
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