Air Malta a rischio bancarotta.

La compagnia di bandiera direttamente partecipata dal governo maltese, che collega anche Cagliari, rischia di chiudere i battenti se entro pochi mesi non si sottoporrà a dei tagli, con il personale che dovrà essere più che dimezzato.

La compagnia – molto più piccola di Alitalia ma che con questa condivide una gestione problematica e frammentata - a quanto si apprende perde attualmente 170mila euro al giorno. Il collegamento con la Sardegna è considerato tra quelli meno redditizi assieme a Malaga, Ibiza, Casablanca e Bucarest.

Il ministro delle Finanze maltese, Clyde Caruana, ha annunciato che entro l’estate la forza lavoro scenderà dalle attuali 890 a 420 unità nel tentativo di risparmiare 15 milioni di euro. "Dobbiamo essere molto seri con questo piano, che può facilmente essere l'ultima chance di Air Malta", ha detto il ministro.

Lo scorso anno il governo maltese aveva chiesto alla Commissione europea il permesso di pompare 290 milioni nel bilancio della compagnia in deroga al divieto di aiuti di Stato, ma dopo contatti con la commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager l'esecutivo della Valletta ha dovuto cambiare rotta. Per Vestager, ha detto Caruana, la Commissione "ha perso fiducia in Air Malta perché molte promesse non sono state mantenute".

Secondo una sintesi pubblicata dal Times of Malta, il piano di tagli, oltre alla riduzione di 460 posti di lavoro, prevede altri sei punti chiave: dismissione della gestione dei bagagli; modifica del contratto di lavoro del personale viaggiante (che attualmente deve sempre completare la giornata di lavoro a Malta); rinuncia ai piani di rotte a lungo raggio, lanciati sotto la gestione dell'ex ministro del Turismo Konrad Mizzi (il pre-ordine con Airbus per 2 wide-body è stato trasformato in opzione per 3 velivoli a corto-medio raggio); proporsi come vettore su altre tratte europee, con particolare interesse per l'Italia; sviluppare la presenza nel settore charter, per ottimizzare l'utilizzo degli aerei nei periodi di bassa stagione turistica. E persino cambiare la livrea degli aerei a favore di una più economica.

(Unioneonline/D)

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