Per erogare il precedente stipendio ci sono volute due tornate, quella del 7 febbraio in cui è stato pagato il 70% della mensilità relativa a dicembre 2018 e il 21 dello stesso mese, giorno in cui è stato saldato il restante 30%.

Nonostante il cumulo degli arretrati resti sempre a nove stipendi non c'è ancora alcuna data per il pagamento della prossima mensilità: "Non è stato possibile - recita una nota Aias diramata a tutti i dipendenti - stabilire fino ad ora una data in quanto, ad oggi, l'Ats Sardegna non ha provveduto a pagare il saldo delle nostre fatture relative alle prestazioni erogate ad ottobre, novembre e dicembre 2018 e i Comuni non hanno saldato le prestazioni da noi rese nel 2018".

Mentre si avvicina il tavolo in prefettura del 31 marzo nel quale Aias dovrebbe dimostrare di poter ripianare la situazione per poter continuare la propria attività i sindacati, certi che ciò non possa avvenire, chiedono che l'Azienda per la Tutela della Salute metta fine all'eterna situazione di stallo.

Non ha dubbi la Cisl Funzione Pubblica con il segretario Claudio Nuscis: "Ats e Prefetto prendano atto del mancato pagamento degli arretrati e delle sofferenze aziendali verso fornitori e banche e stacchino la spina all'Aias".

Dopo le critiche a Sas Domos arrivate da alcuni neo Consiglieri Regionali dalla Cisl Fp arriva anche l'appello affinchè nessuno blocchi il progetto di attivazione della società consortile che dovrebbe sostituirsi ad Aias: "Attendiamo il tavolo del 31 marzo - aggiunge Nuscis - ma sia chiaro che se qualcuno ha intenzione di tornare indietro rispetto ad un percorso, finalmente virtuoso, iniziato un anno fa sappia che la nostra reazione sarà durissima".

Attacca anche l'Usb con il coordinatore regionale Salvatore Drago: "A nostro avviso i tempi sono già maturi affinchè i lavoratori indicano più giornate di sciopero in modo che chi di dovere abbia ben chiaro che l'Aias non può continuare a scaricare il proprio rischio d'impresa sui propri dipendenti, prostrandoli fino alla disperazione".
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