La scienziata sarda Miriam Melis al top in Europa: i suoi studi valgono un premio da 2 milioni di euro
Le ricerche sulla dopamina della farmacologa di Unica hanno ottenuto il prestigioso “Consolidator Grant” dell’European Research CouncilMiriam Melis (Foto Unica)
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Una scienziata sarda al top in Europa.
Si tratta della neuroscienziata e farmacologa cagliaritana Miriam Melis, a cui è stato assegnato uno dei “Consolidator Grant”, prestigioso riconoscimento da parte dell’European Research Council.
Un premio che porta con sé quasi 2 milioni di euro per proseguire le ricerche avviate dalla docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Cagliari sulla dopamina e sulla sua importanza nell’ambito dei problemi inerenti apprendimento, sviluppo, comportamento e interazioni sociali.
«Il progetto finanziato – spiega una nota – si intitola “Resolving sEx DIffeREnces in proCessing sensory informaTion” e prevede una sfida scientifica di altissimo profilo per trovare soluzione a disturbi neuropsichiatrici che peggiorano in condizioni di stress. Quali, ad esempio, dello spettro autistico, da deficit di attenzione e iperattività, ossessivo-compulsivi, ansia, post-traumatici da stress, sindrome di Tourette, psicosi e schizofrenia».
«Con il finanziamento di Redirect - conferma la farmacologa di UniCa - ci sarà l’opportunità di reclutare quattro ricercatori a livello di post-dottorato e uno a tempo determinato, e spero di coinvolgere negli studi anche giovani talenti, sardi e italiani, attualmente all’estero. Se possibile anche studenti e studentesse del programma di dottorato in neuroscienze».
Redirect, in particolare, mira a capire perché certe persone sono più propense a manifestare disturbi mentali mentre altre conservano la salute anche dopo aver vissuto condizioni avverse o traumi, ritrovando o addirittura accrescendo il loro funzionamento psicosociale.
In tale studio il ruolo della dopamina è centrale. «Capire i meccanismi neurali e molecolari che regolano finemente l’integrazione sensoriale – conclude Melis – è quindi fondamentale per identificare cosa distingue gli individui sani da quelli ipersensibili e da quelli deficitari, appunto per capitalizzare sui meccanismi di resilienza e proteggere gli individui a rischio per consentire loro un normale sviluppo e una vita gratificante».
(Unioneonline/l.f.)