Carbonia Film Festival: dieci anni di cinema, memoria e visioni dal mondo
Dal 5 al 9 novembre, gli spazi della città mineraria si trasformano in una piattaforma di confrontoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Carbonia da dieci anni è un laboratorio culturale che, con il suo film festival, ha saputo dare voce a storie, linguaggi e prospettive diverse, sempre nel segno dell’impegno civile.
Dal 5 al 9 novembre, gli spazi della città mineraria si trasformano in una piattaforma di confronto tra cinema, memoria e società contemporanea. Una manifestazione che non si limita alla celebrazione, ma rilancia la sua sfida: fare del cinema un dispositivo di pensiero collettivo.
La grande novità di quest’anno è il concorso Cff10, che propone cinque titoli tra i più sorprendenti della stagione cinematografica, scelti per rappresentare la varietà e l’audacia del nuovo cinema europeo. Tra le opere in gara spicca Orfeo di Virgilio Villoresi, una reinvenzione visiva del "Poema a fumetti" di Buzzati, tra animazione artigianale e sperimentazione ottica. Accanto a lui, Paternal Leave di Alissa Jung, esordio maturo che esplora i non detti della genitorialità maschile, e Le bambine delle sorelle Bertani, racconto sensibile sull’infanzia e le sue fratture. Il concorso si completa con Le città di pianura di Francesco Sossai, con un sorprendente Pierpaolo Capovilla nei panni di un protagonista spaesato e umano, e Testa o croce?, western contemporaneo e visionario firmato da Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis.
I premi – 1.500 euro assegnati dal pubblico e 1.000 euro dal gruppo Carbonia Cinema Giovani – vogliono coinvolgere spettatori e studenti in un processo di consapevolezza critica, che trasforma la visione in discussione.
Ospite d’onore di questa edizione è la regista iraniana Firouzeh Khosrovani, voce rara del documentario contemporaneo. Due i titoli in programma: Radiograph of a Family, vincitore dell’IDFA 2020, e Gli uccelli del Monte Qaf, un’opera poetica sulla diaspora e la memoria. Due film che, pur nella distanza geografica e culturale, risuonano profondamente con i temi identitari e sociali che attraversano anche il nostro paese.
Il Premio Città di Carbonia va a Salvatore Mereu, regista sardo capace di restituire al cinema uno sguardo intenso e radicato sul reale. L'omaggio prevede anche la proiezione del corto Su cane est su miu, già applaudito a Locarno. È un riconoscimento che celebra il dialogo tra arte e territorio, tra visione autoriale e responsabilità etica.
Il Carbonia Film Festival si apre anche alla dimensione dell’arte pubblica, lasciando tracce tangibili sul territorio. Ne è esempio il murale di Camilla Falsini, illustratrice romana che firma l’immagine 2025 del festival, donando colore e geometrie alla facciata della scuola Deledda. E ancora, Mnemotheque, installazione di Giorgio Ferrero in collaborazione con MYBOSSWAS, trasforma materiali d’archivio in un’esperienza immersiva sulla memoria collettiva.
Il festival si concluderà con un evento speciale: Francesco Bianconi, voce dei Baustelle, porterà a Carbonia una performance esclusiva, accompagnato al piano da Alberto Bazzoli. Un dialogo tra suono e riflessione, tra autobiografia e letteratura, che conferma la vocazione interdisciplinare della rassegna.
Sempre più centrale, nel progetto del Cff, è il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni. Lo dimostra il programma Carbonia Cinema Giovani, che quest’anno si arricchisce della collaborazione con l’Università di Cagliari. Gli studenti non solo parteciperanno come giurati, ma seguiranno anche un ciclo di masterclass e laboratori dedicati. La sezione CFF Scuole, invece, coinvolge bambini e ragazzi in un percorso educativo attraverso il linguaggio cinematografico.
A completare l’esperienza, il Walk of Taste: uno spazio informale dove si intrecciano cibo, musica e parole. Street food locale, drink d’autore e incontri improvvisati con i protagonisti del festival.
(Unioneonline/Fr.Me.)