Addio a Pietro Citati, il critico letterario che sfidava il genio
Aveva 92 anni, immensa la sua produzione da Proust a TolstojPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È morto all’età di 92 anni Pietro Citati.
Scrittore, saggista, critico letterario e biografo italiano, era nato a Firenze il 9 febbraio 1930 e si è laureato alla Normale di Pisa in Lettere moderne.
"Intellettuale rigoroso e mai banale", come oggi lo saluta il ministro della Cultura Dario Franceschini, nel 1984 ha vinto il premio Strega con la biografia “Tolstoj” e prima anche il premio Viareggio nel 1970 con il suo “Goethe” e numerosi riconoscimenti all'estero. Ha a lungo diretto la prestigiosa collana Scrittori greci e latini della Fondazione Lorenzo Valla.
"Io vorrei avere un rapporto diretto con chi legge, vorrei che il mio libro si leggesse come un romanzo o una poesia", diceva spiegando che per lui "ogni opera critica nasce da una identificazione con l'opera letteraria".
Da Omero a Tolstoj, da Katherine Mansfield a Proust, da Leopardi a Goethe, da Manzoni a Kafka, passando per Zelda e Francis Scott Fitzgerald, per non parlare degli “amici”', Carlo Emilio Gadda o Giorgio Bassani, non temeva di misurarsi con i grandi, anzi, perché la sua opera di scrittura era insieme identificazione e sfida, intellettuale, creativa: "Il massimo della scrittura si ha dopo aver rotto le distanze, quando si ha l'impressione di essere tutt'uno con lo scrittore che si legge".
Non smise mai di scrivere per i giornali, mezzo secolo di giornalismo da collezionare sulle pagine culturali prima di riviste come Paragone, poi di quotidiani come Il Giorno, Il Corriere della Sera e Repubblica.
Immensa la sua produzione letteraria, per citare solo alcune opere: “Tolstoj” (1983); “Kafka” (1987); “Ritratti di donne” (1992); “Leopardi” (2010); “Il Don Chisciotte” (2013).
(Unioneonline/D)