Il sole picchia in viale Diaz, ma nessuno si muove. Saranno già circa un centinaio in fila all’apertura dei cancelli alla Fiera. «Sabato non sono potuta venire, domenica non potevo mancare. Voglio un pezzo unico», dice Federica, 27 anni. Sobrio o vezzoso, utile o no, l’importante è che sia vintage, quindi usato: dalle borse in pelle agli shorts, dai cappelli anni Cinquanta e Sessanta ai vaporosi e coloratissimi vestiti, ma anche orecchini e collane sfiziose all’antiquariato classico.

Il mercatino del vintage, edizione primaverile, è un successo straordinario: oltre seimila persone rinunciano alla tintarella pur di portarsi a casa un vinile, un giocattolo antico, un grammofono.

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Al gran “bazar” nei padiglioni della Fiera c’è di tutto per tutti: le Chuck Taylor della Converse, le Vans d’epoca; le pocket-T primi anni ’90 di Gap con il vecchio logo sull’etichetta, made in Usa, magliette che comparivano sulle riviste in campagne memorabili, quindi “pezzi” della moda Y2K: stampe vistose, pantaloni a vita bassa, occhiali eccentrici. Stili mescolati, insomma. Soprattutto vintage.

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Quest’anno gli espositori sono oltre cento, centoventi. Quello di “seconda chance” che vende tutti i pezzi a 3,50 euro è il più battuto. La fila si forma per tutta la giornata.

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Alla kermesse, novità di questa edizione, oltre a fornitissimi stand, anche tante attività. Una di questa è la lezione di burlesque, antica arte dello spogliarello a ritmo di musica che fa impazzire giovani e meno giovani.

L’articolo completo di Mauro Madeddu su L’unione Sarda oggi in edicola e sull’App Unione Digital

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