L e vecchie ideologie, con i loro buoni e cattivi maestri, sono tramontate. Di nuove non ne sono spuntate all'orizzonte. Soltanto scempiaggini distruttive come il grillismo. In quella terra di nessuno hanno compiuto e compiono scorribande partitelli d'occasione, fuochi fatui, con riferimenti inappropriati ai vecchi capisaldi del liberalismo, dell'economia di mercato, al marxismo addomesticato e mascherato. In questo panorama squallido c'è anche chi vive d'eredità, seppure accettata con beneficio d'inventario, come gli zingarelli del Pd. Una volta c'erano forze politiche che gestivano il potere e forze politiche che pensavano. Il braccio e la mente. Oggi non pensa più nessuno, tutti però vogliono gestire il potere. Siamo governati e tenuti in ostaggio da profughi della politica. Clandestini. Si sono deteriorati i rapporti sociali e si sono livellati verso il basso i costumi. Più che un popolo siamo diventati una popolazione. Rifiutiamo la nostra identità, abbiamo ripudiato la tradizione, tendiamo al meticciato. In questo “brodo di incultura” ha trovato alimento la politica incolta, dove prosperano ministri che vogliono migliorare la pubblica istruzione fabbricando banchi di scuola con rotelle e costruire tra Scilla e Cariddi un ponte o un tunnel per palombari ciclisti.

TACITUS
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