L 'irrompere sul campo di battaglia di una task-force è il preludio alla resa dei conti. O del Conte. Quando però ne arrivano decine sorge il dubbio che si tratti non di marines d'assalto ma di controfigure da fiction televisiva. C'è chi si è preso la briga di contarle: sono quaranta e annoverano più di mille “esperti”. Credevamo che la vera task-force fosse il governo con i suoi 65 membri (absit iniuria verbis) tra ministri e sottosegretari pronti a suonarle al nemico. In effetti sono suonatori, ma di un'orchestrina. Non potendo catturare il virus hanno catturato l'Italia: tutti a casa e, Conte dixit, cura da cavallo. Presidente, lo sa che si può morire per overdose da farmaci? Ora, allentata la presa, vuole imporci braccialetti elettronici da carcerati in semilibertà e farci seguire via satellite. Non approfitti della situazione per assecondare il suo istinto di autocrate con pochette. Scrive Lord Jonathan Sumption, ex giudice della Corte suprema inglese: «Il vero problema, quando la società perde la libertà, è che spesso non accade perché un tiranno gliela sottrae. Di solito è la stessa popolazione che volontariamente vi rinuncia in cambio di protezione contro qualche minaccia esterna». Lei sembra innocuo; ma, afferma un detto cinese, “in mancanza di tigri si ergono a tigri gli scoiattoli”.

TACITUS
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