D apprima ci era stato detto che parlava soltanto cinese, e ci tranquillizzammo. I Tg giallorossi di Stato ne davano notizie più curiose che allarmanti. Poi, con velocissima capacità d'apprendimento, il coronavirus imparò l'italiano. E ce lo trovammo in casa. Siamo pronti a reagire, ci fu assicurato dalla cabina di pilotaggio di Palazzo Chigi. Il virus, parola di premier, dista da ognuno di noi un metro, massimo due. Basta mantenere questa distanza sociale per evitare il contagio. Per maggiore sicurezza tenetevi puliti dentro e fuori. Ma siccome non ci fidiamo della vostra diligenza, restate tutti a casa, mascherinatevi, chiudete le fabbriche e i negozi, smettete di lavorare. E del Pil chi se ne frega: prima la salute. Ordini del Capo-Conte. E non dite bugie sul web e sui social: il sottosegretario Martella vi controllerà attraverso una unità di monitoraggio. “Falce e Martella”, ha ironizzato il vignettista Alfio Krancic. Comandante Giuseppe, non si sta allargando un po' troppo? I suoi poteri sono pieni, i nostri contenitori pure. Il Parlamento è, sì, nominalmente attivo, però lei l'ha socchiuso e la democrazia zoppica. Lei fa e disfa. Va bene che sta scrivendo la Storia, come più volte ci ha ricordato. Ma non lo faccia come Erostrato: che per passare alla Storia incendiò il tempio di Artemide.

TACITUS
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