A iuto, aiuto! È l'invocazione al Cielo degli italiani disorientati dalla supplica parlamentare di Giuseppe Conte: «Aiutatemi, aiutateci, lo chiedo a tutti». Colui dal quale dovrebbe venire la salvezza è un naufrago con pochette che annaspa nel mare in burrasca alla ricerca di un salvagente. Non si sa a chi di preciso abbia inviato un messaggio tanto drammatico. Non al popolo, che stremato non può dare più di quanto ha già dato; non ai parlamentari dell'opposizione, che lo sollecitano a togliersi di mezzo; non a quelli della maggioranza, che lo sorreggono sfidando la forza di gravità. A chi allora? Si dà il caso che il premier sia un abile uccellatore, ossia uno che, come lo definisce il vocabolario, pratica la caccia ai pennuti con vari sistemi per catturarli vivi. Acchiappa, per lo più, la selvaggina volatile di passo. I sistemi sono collaudati: un po' di becchime qui, un po' di panico là, panie ingannatrici e reti infide per gli allocchi. La sua invocazione d'aiuto è un richiamo per gli uccelli disposti a saltare da un nido all'altro: come il fringuello Ciampolillo o il merlo parlante Casini. Il Franco Cacciatore li infila nel carniere e ne porta i becchi al Quirinale per la conta. Si dice che Mattarella gli conferirà il collare di Grande Uccellatore al merito della Repubblica.

TACITUS
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