S arà un caso, ma quando la sinistra perde, i magistrati scendono in campo. E siccome, come si dice, tutto il mondo è paese, non accade solo in Italia. Anche negli Stati Uniti e in altri stati sostanzialmente democratici. La democrazia, per sua natura, si presta al ricatto delle minoranze organizzate. Il controllo dei gangli dello stato vale più di un successo elettorale: una volta acquisito, diventa patrimonio ereditario, la sua durata scavalca le legislature. La sinistra ricorre a una capacità dialettica avvolgente, di scuola marxiana, di fronte alla quale i suoi avversari restano immobili come davanti a un incantesimo. Negli Usa, a pochi mesi dalle elezioni, Trump è indagato per frode bancaria. In Italia Salvini è mandato a processo per un reato surreale proprio quando i sondaggi lo danno in maggioranza nel consenso popolare. Trump, con quel cernecchio biondorame che gli copre mezza fronte, non mi è simpatico. Non vorrei Salvini capo del governo perché di Capitan Fracassa ne abbiamo già avuto uno, fiorentino, e mi è bastato. Perciò mi viene difficile difendere questi due personaggi. Ma, da garantista liberale, non posso non giustificarne i moti di ribellione contro il dispotismo politico-giudiziario: quel pronto soccorso rosso che è sala di rianimazione e salvavita dei loro avversari.

TACITUS
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