I l telefono, la sua voce. Trilla il cellulare del signor Francesco Ferrazzano. Pronto? «Resti in linea, le passo il presidente del Consiglio dei ministri». Mentre Ferrazzano si domanda il perché di quello che presume sia uno scherzo, ecco, inconfondibile nella sua parlata a stantuffo, la voce del capo del Governo. È proprio lui, in carne e musica. Lo chiama per dirgli che ha apprezzato la sua generosità per avere ospitato e assistito due sposini della Repubblica Ceca derubati dei soldi e delle valigie durante il loro viaggio di nozze sul Gargano. Le telefonate a sorpresa non sono più un'esclusiva dello stile pontificale di papa Francesco. Ora anche Conte, scimmiottandolo, vuole arrivare via etere al cuore della gente sperando così di far dimenticare il suo totalitarismo morbido da capataz. Un'incursione nella sfera sacra che Bergoglio gli perdonerà. Chi, come è capitato a lui, emerge improvvisamente dall'abisso dell'anonimato e giunge alle vette istituzionali senza tappe di decompressione, può essere colto da sindrome vertiginosa: il mondo gli gira intorno e crede di esserne il centro. Convinto di meritare l'ascesa napoleonica, Napoleone si crede. Con quella telefonata ha inconsciamente rivelato il suo sogno proibito: non potendo diventare Papa-Re, vorrebbe diventare almeno Conte-Papa.

TACITUS
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