I Draghi si sono vaccinati. Mario e signora Maria Serena si sono messi in fila e hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Riferiscono i cronisti che sembravano due cittadini qualunque. Così come era sembrato uno dei tanti il presidente Mattarella quando, arrivato il suo turno, ricevette un mese fa il siero Pfizer. Oh quanto sono alla mano, oh quanto sono democratici, non hanno fatto valere le loro posizioni preminenti, non hanno saltato la fila, non hanno scavalcato i più anziani: questo il commento unificato di stampa e tv. Tutto vero. Però questa esaltazione sa di piaggeria. Avvalora l'idiozia che uno è uguale a uno. Mattarella come me, Draghi come me. No, finché ricoprono le massime cariche dello Stato sono diversi. Hanno bisogno di maggiore tutela, vanno messi in salvo prioritariamente da ogni possibile rischio e pericolo. Compreso il Covid. Avrebbero dovuto essere vaccinati per primi, a casa loro, risparmiando scorte e lungaggini. La loro assenza, anche momentanea, causerebbe uno sconquasso istituzionale. Le bande politiche si riorganizzerebbero, l'Italia tornerebbe pascolo di grilli e cavallette. Ora che grazie alle vaccinazioni di Draghi e Mattarella questo pericolo è scongiurato, auguriamoci reciprocamente buona Pasqua. Anche se rinchiusi dentro l'uovo di casa.

TACITUS
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