L avatevi bene le mani, il virus ha paura del sapone. È stato questo, a lungo, l'unico grido di guerra governativo per combattere l'epidemia. Mani pulite, teste vuote. Affrontare con queste menti confuse la crisi economica, che sta subentrando sommandosi a quella sanitaria, è come fare recitare il Re Lear ad Alvaro Vitali. Dopo il coronavirus ci vuole una nuova classe politica, un parlamento espresso da una legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere e non di confermare le nomine delle segreterie dei partiti. Vogliamo giudicare chi si propone a governare il Paese. Come una volta, quando ognuno si presentava con una sua storia pubblica, erede di una cultura politica. Alle sue spalle c'era un vissuto, un albero genealogico con radici nei grandi partiti, nei grandi ideali. Oggi nascono dal nulla, da una piattaforma immateriale, sono senza storia, senza genitori. Invece gli antenati contano, il passato è carta d'identità. Chi è il padre politico di Di Maio? É Grillo il guitto. Dove nasce Giuseppe Conte? Nel retrobottega della srl Casaleggio & associati. E Bonafede? e gli altri? Anche peggio. Nonostante si diano le arie da ministri e si siano rifatti il trucco, “ad sal, ad mel, ad piper semper cucurbita est” (col sale, col miele, col pepe una zucca è sempre una zucca). Saggezza latina.

TACITUS
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