G iuseppe Di Vittorio, nato a Cerignola in provincia di Foggia l'11 agosto 1892, è stato militante antifascista, dirigente comunista e sindacalista tra i più importanti della storia d'Italia. Al contrario di molti grandi sindacalisti non veniva dalla fabbrica ma dalla campagna, essendo nato in una famiglia di braccianti, il gruppo sociale più numeroso alla fine dell'800 in Puglia. Di Vittorio ha speso la sua esistenza a favore degli ultimi, nella lotta contro le diseguaglianze sociali e il caporalato nelle campagne. A leggere la cronaca d'oggi, la battaglia non è ancora vinta. Proprio l'altro giorno la Guardia di Finanza ha arrestato otto persone. Partendo da alcune anomalie, i finanzieri hanno avviato una complessa indagine che ha reso possibile individuare una serie di condotte di sfruttamento ai danni di decine di bengalesi. I finanzieri, per arrivare ai «caporali», hanno acquisito orari di ingresso e uscita dal lavoro, testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno confermato le condizioni di sfruttamento a cui erano assoggettati gli operai, in un regime di sopraffazione. Storia proveniente dalle campagne del profondo sud? Macché. Gli operai sfruttati lavoravano a La Spezia sugli super yacht. Non esiste più il caporalato di una volta. E purtroppo neanche un Di Vittorio.

IVAN PAONE
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