P apa Francesco, questo grande papa “comunista”, ancora una volta ha avuto la capacità di penetrare sino al cuore di un problema con parole semplici, “francescane”, appunto. Lo ha fatto durante l'Angelus di domenica scorsa, in una piazza San Pietro riaperta ai fedeli, seppure sistemati a debita distanza. «Faccio appello affinché non manchi a nessuno l'assistenza sanitaria», ha detto Bergoglio. «Curare le persone, non risparmiare per l'economia. Curare le persone, che sono più importanti dell'economia. Noi persone siamo tempio dello Spirito Santo, l'economia no». Sembra scritto apposta per la classe politica e i dirigenti della sanità sardi. Un messaggio rivolto a chi ha trasformato la sanità dell'Isola in aziende, dove il malato è messo in secondo piano rispetto all'economia di gestione; a chi ha disintegrato l'assistenza sul territorio; a chi ha promosso dirigenti incapaci solo per appartenza politica o “entrature”; a chi ha programmato la Fase 2 per la movida ma non per la sanità; a chi si è affrettato, non appena esplosa l'emergenza, a sospendere l'assistenza negli ambulatori del territorio ma si è dimenticato di ripristinarla ora che abbiamo ripreso a andare in spiaggia e al ristorante.

IVAN PAONE
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