“ S alvo intese”. Questa oscura locuzione nacque dal sofisticato cervello bocconiano di Mario Monti. Il Professore, regnante Re Giorgio, fu nominato senatore a vita e, per ulteriore grazia quirinalizia, ascese al soglio di Palazzo Chigi. Del suo governo quaresimale si ricordano, oltre alla recessione economica, che indusse al suicidio decine di imprenditori, le frasi ambigue della sua comunicazione. Fra le altre, appunto, “salvo intese”. Il professorino pugliese, che oggi è (nientemeno) primo ministro, ha capito che quella formula misteriosa gli consente di gabbare compagni e avversari politici. Un abracadabra da prestigiatori, l'espressione magica che si usa durante gli spettacoli di illusionismo. Vi ricorre ogni volta che vuole spacciare i suoi castelli in aria per fortilizi, le sabbie mobili per terra ferma. Una settimana fa, occhiaie marcate e voce roca, ha detto: «Abbiamo lavorato fino a notte fonda. Abbiamo preso provvedimenti importanti. Tutto deciso salvo intese». Con chi?, si è domandato il cittadino sprovveduto. La risposta, tacita ma lampante, è arrivata il giorno dopo quando il premier ha accolto a Palazzo Chigi Davide Casaleggio. Tre ore di colloquio, come si usa con i capi di Stato. Il burattinaio del Governo ha tirato i fili ai pupi. Tutto deciso, quindi? Sì … “salvo intese”.

TACITUS
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