M a: è passato il Natale? No, non è mai arrivato. Questo è un anno monco. Si è fermato quando ancora vagiva. Gli è mancata l'energia vitale, annullata da quella virale di origine cinese. Ha disseminato nei suoi dodici mesi angosce, lutti, paure. Ha frantumato le nostre certezze, ha riscritto l'agenda dell'umanità sovrapponendo alla nostra volontà la sua bizzarria insana. Ha innalzato steccati, ha risvegliato negli stati lo spirito primitivo della separatezza tribale, ha diviso ciò che era unito. Ha ridisegnato i connotati delle stagioni. Abbiamo vissuto una primavera senza Pasqua, un'estate di allegria grottesca, un autunno senza le sue naturali armonie di vita sociale: niente scuola, commercio a singhiozzo, fabbriche semichiuse, stazioni ferroviarie e aeroporti quasi deserti. L'inverno ci sta confinando nei nostri fortini domestici dopo avere cancellato il Natale sopprimendone le liturgie religiose e laiche. Attendiamo il capodanno in silenzio e in penombra macerati nella zona rossa. Bergoglio e Conte sostengono in simbiosi che il Covid ci ha insegnato qualcosa. Anche il male, è vero, contiene talvolta un messaggio educativo. Ciò nonostante siamo convinti che esistono forme didattiche meno tragiche di una pandemia che semina terrore e morte. Con buona pace di papi e primi ministri.

TACITUS
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