C hi si ferma è perduto. Frase scultorea adatta ai conquistatori di terre e di consensi. Mussolini ne fece un mantra diffondendola tra i manipoli; per Salvini è un propellente psichico. Totò, con la sua mimica mentoniera, ne fece un cavallo di battaglia in un film comico. Un tal Rossano Sasso da Bari, con uno scoop letterario che sconvolge certezze consolidate, ci rivela che ne è autore Dante Alighieri. Il Sasso, deputato leghista, è maestro elementare. Nuovo sottosegretario di Stato al ministero dell'Istruzione, ha attribuito al divino Poeta tale perentoria esortazione, che a suo dire si troverebbe in un canto dell'Inferno. Con la diligenza del subordinato, ha imitato il suo capo politico e sul suo profilo Facebook ha scritto: «Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto». I due settenari in luogo degli endecasillabi danteschi e la rima baciata che non esiste nella Divina Commedia, non lo hanno dissuaso: lui aveva ben chiara l'immagine di Dante che pronuncia quella frase; l'aveva vista non nelle illustrazioni di Gustave Doré, ma nel fumetto “Topolino all'Inferno” di Walt Disney. «Faccio ammenda, per penitenza rileggerò tutti i canti dell'Inferno», ha detto contrito. Per Sasso leggere Dante è una penitenza. Per noi è una vergogna di Stato che lui sia sottosegretario all'Istruzione.

TACITUS
© Riproduzione riservata