U na legge americana del 1992 contro gli sprechi idrici fissa in 2,5 galloni (facciamo 9,5 litri: come unità di misura è meno controversa per un giornale cagliaritano) la quantità di acqua che ogni doccia può erogare al minuto. Ieri Trump se ne è lamentato: per sciacquare quell'ettaro di riporto che si attorciglia sul cranio ogni mattina gli serve un getto più potente (gli agiografi del presidente amano sottolineare che Egli si alza prestissimo: e grazie, fra trucco e parrucco in confronto Gina Lollobrigida è una tipa acqua e sapone). Il fatto è che appena Trump ha brontolato è saltato fuori un provvedimento per alzare quel tetto idrico.

In Italia siamo abituati alle distorsioni della norma in nome di interessi particolari, qualcuno ricorderà le riforme della procedura penale volute da Berlusconi per risolvere processi più complicati del riporto di Trump. Ma un approccio così spudoratamente personalistico e fatuo è una novità anche per noi, è come se Conte togliesse l'Iva sulle cravatte o Di Battista la mettesse sui congiuntivi.

E vien da dire: ottimo, sotto elezioni una storia così aiuterà il vecchio e innocuo Biden. Sarà, ma magari è vero il contrario. Un padre della cultura Usa, non Twain né Carver ma Barnum, inventore del circo, diceva: nessuno ha mai sbagliato un affare puntando sul cattivo gusto degli americani. Auguri a tutti.

CELESTINO TABASSO
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