N el nostro lessico sta succedendo una cosa strana. Il conoscente che incontrandoti per strada ti stampa due bacioni sudati sulle guance, quell'altro che ti parla a un soffio di distanza senza indossare la mascherina o quell'altro ancora che tossicchia o starnutisce en plen air, tutti costoro poi si giustificano con un salottiero “Scusa sai, io sono un antiCovid”.

E in quel prefisso “anti” vorrebbero condensare lo scetticismo o l'indifferenza di chi al Covid non crede, oppure semplicemente se ne infischia.

Come se uno che se ne frega altamente delle leggi razziali e dell'alleanza con Hitler e della soppressione della libertà e in generale non crede che il fascismo sia stato una tragedia e rimanga un pericolo condensasse tutta la sua ignavia nella formuletta “Scusa sai, io sono antifascista”.

Non funziona così: “anti” presuppone un impegno contrario, una opposizione, un contrasto attivo. AntiCovid sono le mascherine, lo sarà il vaccino, lo sono stati, lo sono e lo saranno i medici e gli infermieri, siano benedetti e ringraziati. Restituiamo un po' di senso alle parole, e chi cerca di baciarci sulle guance abbia il buonsenso di soggiungere: «Scusa sai, io sono un imbecille».

CELESTINO TABASSO
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