L a parola “proletario” ha una lunga storia che va dalla Roma repubblicana fino a Marx. Ora il suo significato è arrivato a una svolta. Anzi, a un'inversione.

In Cina, dove un tempo era consentito avere un solo figlio e da un po' si è arrivati a due, una coppia se n'è concessi 7 pagando 130mila euro di multa. La mamma, che beata lei fa l'influencer, ha detto: ho fatto i conti, sapevo che economicamente ce lo potevamo permettere.

I figli un tempo erano l'unica risorsa per i poveri, che per aumentare la propria capacità di lavoro potevano solo riprodursi. Ora quella multa li trasforma in status symbol. Il partito comunista cinese da tempo si è fatto turboliberista, consegnando l'egualitarismo a una soffitta della storia ma mantenendo nel controllo delle vite il totalitarismo tipico del socialismo reale. Ma una promessa l'ha mantenuta: ha consegnato il potere ai proletari. E lo ha fatto con una rivoluzione incruenta, solo semantica: ha cambiato nome ai ricchi, che ora sono quelli che possono avere molti figli.

Non è chiaro quando il comunismo si sia smarrito nel gioco di specchi fra sé e la realtà che voleva cambiare. Di certo era già storia vecchia quando Galbraith avvertiva: il capitalismo è lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il comunismo è il contrario.

CELESTINO TABASSO
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