N el 2007 Philippe Daverio venne a Cagliari per Monumenti Aperti e fu veramente una goduria starlo a sentire.

Si fece portare un secchio di gin-tonic (non è un modo di dire: un secchio) e fece agli ascoltatori una carezza per il verso del pelo: l'Asia ha una protuberanza che è l'Europa, disse, e l'Europa ha un'appendice che è l'Italia, perciò l'Asia e la Sardegna sono due continenti che si guardano. Poi prese un sorso e affascinò tutti per un'ora. Tra i tanti che lo rimpiangono ci sono sicuramente i cagliaritani che quella sera di maggio lo andarono ad ascoltare. Mentre svuotava il secchio fece luccicare molte idee, compresa l'abolizione dei beni culturali: diceva che la parola “bene” ha un gusto catastale e quindi i governi sono sempre tentati di venderne un ettaro. Bisogna fare come gli inglesi che invece parlano di heritage, eredità, e la trattano col rispetto che merita. Qualcuno che si lasciava fuorviare dal papillon e dai colori spregiudicati lo credeva uno snob, invece era addirittura una persona civile.

Peppino Impastato, un martire scanzonato, scrisse che la mafia è una montagna di merda. Daverio a Palermo disse che la mafia sbaglia sempre la cravatta. Volevano dire la stessa cosa. Avessimo un centinaio di italiani così saremmo europei già da un pezzo.

CELESTINO TABASSO
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