L e famiglie sono commedie di ferro. Se per far dispetto alla nonna le nascondi la dentiera, resterai a vita lo scellerato di casa. E se una notte torni ciucco sarai per sempre un ubriacone. In ogni caso.

Figuriamoci poi se lo sei veramente.

Adesso immaginiamo una famiglia borghese e numerosa alle prese con i guai del virus. Uno dei fratelli - forse il più simpatico, di certo il più malconcio - propone agli altri: mi servono soldi, andiamo insieme in banca così ci fanno un buon tasso collettivo, altrimenti mi spennano.

Il guaio è che il fratello simpatico è già molto più indebitato degli altri, e nonostante le promesse solenni di ogni Natale continua ad accendere mutui come fossero sigarette. E non per far studiare i figli, ma per dare loro la paghetta e rabberciare il suo castello, che è pieno di opere d'arte e personale di servizio ma malandato. Insomma, il parentado ci pensa e decide che può aprire il portafogli e aiutare il fratel prodigo, ma in banca con lui non vuole andarci.

Prima di sputare sull'Ue che tentenna sui coronabond e urlare che l'Europa non è mai stata una famiglia, ricordiamoci che fama abbiamo. E che cosa abbiamo fatto, dalla spesa pubblica del pentapartito al reddito di cittadinanza e quota cento, per consolidarla.

Più che l'amore, a tenere insieme le famiglie sono i ricordi.

CELESTINO TABASSO
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