La pandemia da Covid-19 in Italia non arretra ma la Rai conferma: Sanremo si farà. Il festival, ha reso noto l'azienda, si terrà dal 2 al 6 marzo come già annunciato.

Molte cose però sono ancora da definire, dal pubblico in teatro (sembra tramontare l'ipotesi di una nave "bolla" in cui tenere gli spettatori in quarantena) alle flotte di giornalisti in sala stampa. Oggi si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato l'organizzazione, il direttore e conduttore artistico Amadeus e l'ad di Viale Mazzini Fabrizio Salini, per validare il protocollo sanitario e organizzativo da sottoporre alle autorità. Per domani, a quanto si apprende, sono previsti sopralluoghi in città per la definizione degli spazi compatibili con le norme anti-contagio e una riunione con la questura per valutare tutti gli aspetti relativi alla sicurezza.

Tra le ipotesi che trapelano c'è quella di includere nel pubblico operatori sanitari, già vaccinati, in segno di omaggio a chi in questi mesi drammatici è stato in prima linea nella battaglia contro il virus. Quanto alla presenza dei giornalisti, potrebbero essere tra 70 e 80 gli accreditati, in rappresentanza dei diversi media, selezionati in base a criteri in via di definizione.

I discografici in attesa di notizie più certe si dicono preoccupati. Enzo Mazza, Ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana), ha suggerito la realizzazione di "un evento sostanzialmente televisivo, limitato alla pura esibizione degli artisti e senza altre attività collaterali che possono fare esplodere i contagi, e con un protocollo concordato con il Comitato tecnico scientifico e trasmesso a tutti gli operatori".

"Finora - ha argomentato Mazza - si è parlato soprattutto del contorno, delle preoccupazioni per ristoranti, commercianti, per il palco in piazza Colombo. Oppure si è parlato del pubblico e della nave come ipotesi per garantirne la sicurezza o dell'organizzazione della sala stampa. Ma il festival è fatto di tanti elementi, a partire dagli artisti in gara che dagli hotel devono essere portati all'Ariston per le prove e per le esibizioni, con regole molto precise per ridurre al minimo i rischi. Per quanto riguarda ciò che accade all'esterno, le regole ci sono e sono quelle previste dal nuovo decreto: se i concerti non si possono tenere, se i ristoranti sono chiusi, non capisco di che cosa stiamo parlando. Quelle disposizioni valgono per tutta Italia e quindi anche per Sanremo". Per l'industria musicale, l'importante è anche fare presto: "Servono regole precise perché tutto va organizzato, a partire dalle uscite dei dischi".

(Unioneonline/D)
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