Debutto alla regia per Ginevra Elkann, che dopo il passaggio a Locarno porta ora al Torino film festival "Magari", opera che racconta - almeno in parte - anche la sua finanzia.

Quarant'anni, nipote di Gianni Agnelli e sorella di John e Lapo Elkann, Ginevra non a caso porta sul grande schermo la storia di tre fratelli, Alma, Jean e Sebastiano che da Parigi, città dove vivono in un agiato ambiente alto borghese con la madre di fede russo-ortodossa, Charlotte (Celine Sallette), si ritrovano per un breve periodo in un'ambiente opposto. Ovvero tra le braccia di Carlo (Riccardo Scamarcio), padre italiano, abbastanza immaturo e completamente al verde.

Nel film dai toni delicati il tutto è visto con gli occhi di Alma (Oro De Commarque), sei anni, sognatrice ad occhi aperti con un'unica ossessione: vedere i suoi genitori biologici tornare insieme.

Quando Alma e i suoi due fratelli maggiori, Jean (Ettore Giustiniani) e Seba (Milo Roussel), si ritrovano a passare il Natale a Roma con il padre biologico Carlo, scopriranno presto che lui, oltre ad essere tanto confuso quanto pieno di fascino, è sicuramente più interessato alla co-sceneggiatrice Benedetta, interpretata da Alba Rohrwacher, che a loro. Niente di male per Alma che continua a non vedere i difetti di Carlo. Anzi, pur di far ricongiungere i genitori è anche disposta a bere un bicchiere di urina del fratello.

"Magari, spiega Ginevra Elkann, si basa sui ricordi e sulla nostalgia e guarda alle fantasie sulla famiglia perfetta che inseguiamo, soprattutto da bambini".

"Volevo fare la regista da 14 anni - racconta ancora la regista - così ne ho parlato con Chiara Barzini e con il produttore Lorenzo Mieli. La storia - continua - nasce ovviamente sia dall'esperienza personale che da vari papà visti in azione da soli in vacanza con i propri figli. Figure strane che mi hanno sempre affascinato anche perché ho notato i figli con loro si sentono più liberi rispetto alle mamme".

Il titolo "Magari" esprime perfettamente il file rouge del film. "Alma vive in questo 'magari' - dice la regista - , sono i suoi desideri, le sue aspirazioni, desidera che i suoi genitori tornino insieme. La sua è una vita di sogni e la parola 'magari' poi mi piace molto perché racchiude felicità e malinconia, proprio come il film".

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata