Liam Neeson al centro della bufera.

L'attore nordirlandese, celebre per l'interpretazione, nel 1994, dell'eroico Oskar Schindler in "Schindler's List", in un'intervista rilasciata al quotidiano britannico "The Independent" ha confessato di aver girato, in passato, per una settimana nelle strade armato di una spranga e pronto a colpire "un 'bastardo nero' qualsiasi".

"Mi vergogno a dirlo – ha precisato l'attore – ma volevo uccidere".

Una dichiarazione choc, e che i fan hanno subito duramente contestato sui social.

Alla base della folle presa di posizione di Neeson c'è stata tuttavia una tragica vicenda personale: lo stupro subito dalla sua compagna mentre lui si trovava fuori per lavoro, un episodio dalla donna poi egregiamente superato ma cui l'attore non è riuscito per molti anni a rassegnarsi.

"Le ho chiesto subito se sapeva chi fosse stato – ha specificato Neeson - Lei ha detto no. Le ho chiesto di che colore fosse e lei ha detto che si trattava di un uomo di colore...".

Da qui la sete di vendetta razzista e l'impulso omicida di cui lui oggi non si capacita. "È stato orribile... quando penso che ho fatto una cosa del genere...".

Neeson ha deciso di confessare il terribile segreto con l'occasione della presentazione del suo ultimo film "Cold Pursuit", che narra di un uomo, da lui interpretato, cui viene ucciso il figlio da una banda, e per spiegare a cosa può portare la folle sete di vendetta.

Le frasi di giustificazione dei terribili pensieri, e la coraggiosa scelta di raccontare una verità scomoda, non sono tuttavia bastate a placare gli animi di chi da queste dichiarazioni è rimasto scioccato.

E sono già in molto a scommettere che Neeson, dopo una simile uscita, con il cinema abbia definitivamente chiuso.

(Unioneonline/v.l.)
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