Le risorse messe a disposizione in favore dei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016 con il dl "Sisma" - attualmente all'esame in seconda lettura della commissione Ambiente del Senato - sono insufficienti.
La norma è gravemente carente rispetto alle necessità di queste aree e non pone rimedio alla farraginosità delle procedure amministrative relative alla ricostruzione e al recupero di abitazioni e di edifici destinati alle attività produttive. È quanto ha denunciato il senatore sardo Emilio Floris (FI) in commissione Lavoro di palazzo Madama - che sta discutendo del testo in sede consultiva - durante il dibattito che si è svolto mercoledì sulle disposizioni di competenza del gruppo di lavoro contenute nel decreto. Per Floris non vengono cancellate, dunque, le preoccupanti prospettive rispetto ai livelli occupazionali delle zone terremotate, ma anzi si "accentueranno i processi di spopolamento dei territori interessati". Infine, secondo il senatore, l'articolo 9-vicies septies del dl determinerebbe un rischio di eccessivi oneri finanziari: la norma, inserita durante l'esame della Camera, autorizza i comuni con meno di 3mila abitanti colpiti da eventi sismici a nominare il segretario comunale anche tra gli iscritti alla fascia professionale immediatamente superiore a quella corrispondente alla propria entità demografica.
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