I Riformatori chiedono al tribunale di Cagliari di rimettere gli atti della legge elettorale alla Consulta perché si pronunci sulla eventuale incostituzionalità. Diverse le motivazioni del ricorso tra cui il contestato collegio unico Isole, Sicilia-Sardegna, confermato nella legge, e quindi, sottolineano i Riformatori, "la discriminazione nei confronti della Sardegna, con l'evidente quasi certa impossibilità da parte dei sardi di eleggere un proprio rappresentante al Parlamento europeo". "La legge elettorale lede gli interessi dei sardi ed è palesemente illegittima", dice l'associazione dei Cento amministratori locali dei Riformatori che chiedono "la temporanea sospensione degli atti viziati dalla denunciata illegittimità, cioè dei suddetti provvedimenti ministeriali con i quali è stato dato l'avvio al complesso procedimento delle operazioni elettorali". Il partito aveva già avviato un boicottaggio del voto chiedendo ai sardi di non recarsi alle urne per l'impossibilità di fatto di eleggere un rappresentante della Sardegna a causa della sproporzione del numero degli elettori della Sicilia, il triplo di quelli sardi.
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