Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per comunicargli la volontà di "promuovere in Parlamento l'indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere". E il capo dello Stato, si legge in un comunicato del Colle, "ha preso atto degli intendimenti così manifestati dal presidente del Consiglio.

Il presidente della Repubblica ha anche firmato il decreto con il quale vengono accettate le dimissioni rassegnate dalla senatrice Teresa Bellanova dalla carica di ministro delle Politiche agricole (con il relativo interim che è stato assunto dal presidente del Consiglio), così come quelle di Elena Bonetti dalla carica di ministro senza portafoglio alla Famiglia.

Lunedì il primo appuntamento in Parlamento: il presidente del Consiglio si presenterà alla Camera.

L'incontro tra Conte e Mattarella è avvenuto dopo l'apertura della crisi di governo per volontà di Matteo Renzi e di Italia Viva, ufficializzata proprio con la rinuncia da parte di Bellanova e Bonetti ai rispettivi ministeri, e mentre quel che resta della maggioranza cerca di riorganizzarsi per decidere le prossime mosse.

IL M5S - Sono ore di riunioni, incontri, telefonate. Per la delegazione del Movimento 5 Stelle, convocata oggi dal capo politico Vito Crimi, la crisi dovrà essere "certamente parlamentarizzata" e "il Movimento in questo momento è compatto più che mai".

Da quanto si apprende, Crimi ai presenti ha riferito che "dopo un'azione come quella compiuta ieri da Renzi, dopo le parole usate in particolare contro il presidente Conte, non si può tornare al tavolo con lui".

"Da parte nostra, ha aggiunto Crimi, non è mai mancato lo spirito collaborativo, la disponibilità al confronto e la lealtà rispetto agli impegni assunti".

IL PD - Riunito anche l'ufficio politico del Pd, durante il quale Dario Franceschini ha spiegato: "Le maggioranze in un sistema non più bipolare si cercano e si costruiscono in Parlamento; è già avvenuto due volte in questa legislatura, e non c'è niente di male nel dialogare apertamente e alla luce del sole con forze politiche disponibili a sostenere un governo europeista in grado di gestire l'emergenza sanitaria, il recovery e di approvare una legge elettorale su base proporzionale".

"In questa legislatura sono nati due governi tra avversari alle elezioni e, in un sistema elettorale come il nostro, avverrà spesso", ha proseguito Franceschini. Aggiungendo: "Nel passato il termine responsabili indicava una negatività, non è più così: non siamo più in un sistema bipolare con due poli e due candidati premier in cui il cambio di schieramento veniva giustamente classificato come ribaltone. Siamo in un sistema parlamentare in cui le maggioranze di governo si cercano in Parlamento, apertamente, alla luce del sole e senza vergognarsene. E così sarà anche questa volta", ha concluso.

CACCIA AI RESPONSABILI - Dunque prende quota l'ipotesi di andare in Parlamento a cercare i numeri per il sostegno a Conte, con l'aiuto di una pattuglia di cosiddetti "responsabili" (si parla di undici, quindici senatori, visto che alla Camera i numeri ci sarebbero). Tra i primi a farsi avanti, Clemente Mastella e il segretario del Psi Enzo Maraio con il senatore Riccardo Nencini. "Chi ha maggiori responsabilità è chiamato ad esercitarle fuoriuscendo dalla logica dei duellanti e tenendo fermo il richiamo del Presidente della Repubblica. Noi siamo tra i costruttori", scrivono Maraio e Nencini. Aggiungendo: "Avessimo un centro destra a trazione berlusconiana, l'ideale sarebbe un esecutivo di rinascita da oggi a fine legislatura. Gettare le fondamenta della nuova Italia, come avvenne tra il 1944 e il 1947, per affidarsi poi alla sfida elettorale. Non è così, non con Salvini e Meloni che inneggiano a Trump e ritengono l'Europa un pericoloso accidente".

IL CENTRODESTRA - Dal canto proprio, le forze di centrodestra (Lega, Fdi, Forza Italia) hanno diffuso una nota congiunta, dove si legge: "Non c'è più tempo per tatticismi o giochi di potere: il centrodestra unito, prima forza politica del Paese, aspetta da ieri che Giuseppe Conte venga in Parlamento a prendere atto di una crisi conclamata. L'Italia, il Parlamento e il Presidente della Repubblica meritano rispetto. La situazione è drammatica: Conte non può far finta di niente".

I RENZIANI - Italia Viva, invece, conferma le sue scelte, ma ancora prova a tendere la mano. Lo fa, perlomeno, Ettore Rosato: "Da Conte ci aspettiamo che prenda un'iniziativa per ricucire la coalizione. Non pensiamo di avere ragione su tutto ma una coalizione non può non avere un progetto. In tante occasioni abbiamo riconosciuto che il premier ha fatto bene. Ora, però, non c'è bisogno di un governo tentennante. Noi ci abbiamo messo il nostro rischio e la nostra faccia. Se poi Conte e la maggioranza non ci vogliono, staremo all'opposizione".

(Unioneonline/l.f.)
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