Un altro tassello in Forza Italia se ne va. Dopo Stefano Maullu, passato lo scorso anno nelle fila di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, un'altra figura di spicco e non una semplice militante lascia il partito di Berlusconi.

Capo delegazione del Partito a Strasburgo, l’attrice e conduttrice televisiva Elisabetta Gardini in una nota diramata a mezzo stampa nei giorni scorsi esprime tutta l’amarezza per un addio sofferto, ma anche profondamente meditato dopo una battaglia di anni per cercare di tenere alto un partito che in 25 anni ha scritto la storia del Paese.

Nel suo messaggio la Gardini sostiene che la gestione nei livelli territoriali tradisce lo spirito fondativo che aveva ispirato il suo fondatore.

E spiega meglio a unionesarda.it il suo punto di vista e le motivazioni della sua scelta.

L'addio a Forza Italia. C’è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso o è stata una somma di eventi?

"Forse tutt’e due. C’è stata una serie infinita di eventi insopportabili e intollerabili che sarebbero stati ognuno di loro motivo sufficiente per andarmene, ma ho tenuto fede al mandato degli elettori che mi avevano votato e che mi volevano in Europa per cinque anni. Questa situazione di gravissimo disagio l’ho esternata soltanto alla fine della legislatura, quando ho concluso le battaglie e tutto il lavoro fatto portando avanti importanti vertenze relative ai pescatori, alle piccole e medie imprese, ai malati e ai più deboli, alle famiglie, al settore della sicurezza e della protezione civile e tante altre che mi hanno visto sempre in prima linea".

Ma c'è stato un evento determinante?

"In effetti c’è stata anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ed è l’ultimo tradimento perpetrato dal signor Tajani ai danni del partito e dei suoi elettori, in particolare di quelli del Nord Est del nostro Paese. Nel momento in cui lui ha voluto stipulare il patto con il partito della minoranza di Bolzano, la Sudtiroler Volkspartei, sapendo che nel nord est FI è debolissima e che alle elezioni europee prossime avrà un solo eletto, ha di fatto garantito il seggio ad un altoatesino, che quindi lavorerà soltanto per la delegazione austriaca. Trovo questa azione terrificante per gli effetti pratici sul mio ex partito e non sono stata certo in silenzio come Tajani avrebbe voluto. Secondo lui avrei dovuto chiedere i voti nel Nord Est per Forza Italia, tradendo esplicitamente il mio elettorato ed il partito in quanto sarei stata complice di un accordo scellerato studiato a favore degli austriaci".

Durante un forum a Panama (Ansa)
Durante un forum a Panama (Ansa)
Durante un forum a Panama (Ansa)

Ci spiega meglio gli equilibri del Nord Est per le prossime europee e lo scacchiere elettorale nazionale in vista del 26 maggio?

"Penso che l’Austria si debba eleggere i suoi rappresentanti con le proprie forze, non deve essere certo Forza Italia a farle regali, anche in considerazione del fatto che la Sudtiroler è una forza politica orientata chiaramente a sinistra e si è sempre schierata in alleanza con il Partito Democratico, sia a livello nazionale che a Bolzano città, mentre in provincia di Bolzano ha stipulato un accordo con la Lega. Allora mi sembra davvero assurdo che sia Forza Italia a porgerle su un piatto d’argento un seggio così importante. In più ho capito che Tajani ha preteso che Berlusconi non si candidasse nel centro Italia, così come ha fatto in modo che anche Alessandra Mussolini non rientrasse tra i prescelti. Tajani, con una miopia inaudita, e non uso altri termini, sta costruendo delle liste elettorali a sua immagine e somiglianza, per proteggere se stesso. Cosa che si rivelerà sicuramente un boomerang perché gli italiani non hanno certo l’anello al naso e, al momento del voto, sapranno riconoscere i marchingegni concepiti a danno del Partito e la debolezza del Centro e del Nord Est sarà devastante in termini di consenso".

Cosa è cambiato in Forza Italia?

"Forza Italia ha subito una mutazione, ha cambiato pelle, non rappresenta più i valori fondanti che erano alla base dell’intuizione geniale di Silvio Berlusconi. Un tempo c’era il Credo Laico, quello che il Cavaliere amava tantissimo e con cui iniziavano tutti gli incontri del Partito. L’incipit era questo: “I valori che sono il fondamento del nostro impegno civile e politico sono i valori fondanti di tutte le democrazie occidentali”. Bisognava difendere tutti i nostri valori, le nostre identità, la nostra tradizione, un insieme di elementi popolari che piacevano tanto ai cittadini nostri elettori".

Al lavoro (Ansa)
Al lavoro (Ansa)
Al lavoro (Ansa)

E invece adesso?

"Tutti coloro che rappresentavano la storia del partito e veicolavano la molteplicità di principi alla base di un partito 'popolare', ispirato a valori cristiani e nato per garantire a tutti la libertà, nelle sue varie e sfaccettate forme, sono stati esautorati, ora è rimasta una ristretta cerchia di radical chic che sono molto simili agli esponenti del Partito Democratico. Come ha scritto in modo molto arguto Buttafuoco in una sua card, Renzi dopo aver rottamato il Partito Democratico va a rottamare anche Forza Italia".

Chi sono i responsabili di questa situazione?

"Tante persone. Noi, in Europa, facciamo parte del PPE che propugna tra le altre cose una politica fondata sulla difesa dei confini esterni e sulla lotta ai trafficanti di essere umani e all’immigrazione clandestina irregolare. Invece mi trovo spalla a spalla con esponenti importanti di Forza Italia che salgono sui barconi e difendono il credo dell’accoglienza indiscriminata e senza limiti. Abbiamo tra i nostri valori la centralità della persona e della famiglia, la difesa della vita dal concepimento alla morte e di contro abbiamo tutte le signore, organiche ai movimenti femministi più radicali, Carfagna in testa, che tracciano il gender come nuova frontiera delle lotte al femminile, che sono lotte di sinistra, bisogna dirlo a voce alta. Ci sono ben altre personalità che portano avanti le battaglie delle donne e per le donne e non hanno certo bisogno di prendere a modello la Signora Carfagna che piace tanto all’intellighenzia di sinistra. Questi gruppetti che operano adesso indisturbati sono diventati tali e quali al Partito Democratico, anche perchè sono rimasti in pochi, e tradiscono ogni giorno quelle che sono le richieste della base del nostro elettorato più affezionato. Abbiamo abbandonato le partite iva, i piccoli imprenditori, le famiglie, ed i risultati sono devastanti, il Partito sta crollando, ogni turno elettorale, sempre di più".

Con Silvio Berlusconi (Ansa)
Con Silvio Berlusconi (Ansa)
Con Silvio Berlusconi (Ansa)

Qual è la criticità maggiore oggi nel Partito di Silvio Berlusconi?

"Il fatto che non è un partito. Siamo andati dagli elettori a chiedergli di prendere le tessere per fare i Congressi. La gente era diffidente perché era stata già imbrogliata altre volte. Allora, insospettita, mi ero recata da Tajani per avere certezza e garanzie su questo punto fondamentale. Si era quasi arrabbiato e offeso per questa mia domanda. Era sicurissimo del fatto suo e certissimo che i congressi si sarebbero celebrati. Io, felice ed in buona fede, sono andata a raccontare alla gente questa svolta, a chiedere le tessere, ad infondere entusiasmo e poi non si è fatto nulla. Una storia inaccettabile".

E nel movimento giovanile com’è la situazione?

"La cosa peggiore è che non sono riusciti ad organizzarli neanche per i giovani. E’ successo che, dopo guerre senza quartiere, si sono incontrati alcuni esponenti del movimento giovanile, prolungamento di alcuni caporaletti del partito degli adulti, e dopo pseudo riunioni si sono nominati fra di loro in base ad accordi siglati nelle segrete stanze. Che cosa possiamo trasmettere alle nuove generazioni, quali valori?".

E Berlusconi cosa dice di tutto questo?

Quando sono diventata Portavoce nel 2004 ho sempre visto Berlusconi condurre battaglie incredibili per trasformare il partito e farlo diventare una grande casa dalle porte e dalle finestre aperte, dove ci fosse attenzione per il merito. Raccontava che aveva mandato giovani laureati che parlavano le lingue a bussare alle porte del partito in varie città. Ma nessuna sede ha mai aperto le porte a questi ragazzi. Diceva che così non poteva funzionare. Quelle porte, quelle finestre che Berlusconi voleva spalancate, sono state sigillate. Nella casa delle libertà ci sono ormai solo stanzette sempre più chiuse, asfittiche e senza ossigeno, dove si rinchiudevano quattro capetti che pensavano, e pensano tutt’ora, di comandare solo perchè nominati.

Quali sono le conseguenze di tutto ciò?

"Le energie migliori del partito, quelli bravi e capaci, resistono solo per l’amore della propria città, del proprio territorio, ma non sono mai chiamati, mai valorizzati, e sono sempre di meno. Se un Sindaco che, al termine del secondo mandato, non può più essere candidato e viene ignorato dal Partito, vuol dire che si getta alle ortiche una risorsa importante e che così facendo non si può costruire nulla di buono. Forza Italia fa questo, non valorizza niente e nessuno. Abbiamo perso le donne che facevano i banchetti e le campagne elettorali, i seniores, i giovani, i Sindaci, abbiamo perso tutto".

Elisabetta Gardini alla Camera (Ansa)
Elisabetta Gardini alla Camera (Ansa)
Elisabetta Gardini alla Camera (Ansa)

E alle elezioni politiche del 2018 cosa era successo con le liste?

"Di tutto. Berlusconi si arrabbiò moltissimo. Gli avevano sfilato le liste da sotto il naso, cambiando le carte in tavola, togliendo persone che godevano della fiducia incondizionata del Presidente Berlusconi e inserendo gli amici degli amici, senza che lui ne sapesse nulla. Io da capogruppo a Strasburgo non mi sono mai seduta al tavolo per le liste delle Europee. Addirittura non sono mai riuscita a parlare con il Cavaliere, e neanche sono riuscita a dirgli che, finito il mandato, avrei lasciato il Partito per tutti questi accadimenti che le sto raccontando. Ho dovuto fare un comunicato stampa. Questo non succede in nessun partito, club o associazione del mondo. E’ una cosa mostruosa. Non so neanche come definire il Partito di oggi, potrei dire che è uno scherzo della natura. E pensare che era nato come un sogno di tutti noi per cambiare il Paese...".

Se fosse lei Presidente, ereditando il comando dal Cavaliere, cosa farebbe per cercare di ritrovare il consenso degli anni migliori?

"Farei subito i congressi. E poi dei grandi incontri con tutte le categorie dei territori. Farei entrare tutti quelli che si riconoscono nella carta dei valori, nel credo laico, nel programma originario di Forza Italia. Ripartirei dai nostri amministratori che sono straordinariamente bravi e capaci, ma li stiamo perdendo tutti. Oggi è impossibile fare strada nel partito per meriti. Così dove si va?".

E gli elettori di Forza Italia cosa recepiscono?

"Ritornando ai valori fondanti del Partito, io credo che la maggioranza degli italiani si ritroverebbe in Forza Italia in quella grande casa di libertà pensata da Silvio Berlusconi con un’intuizione geniale e straordinaria. I primi a tradire le agende politiche di Forza Italia sono proprio i leader del Partito che fanno il contrario di quello che è scritto. In Europa non dovrebbero più stare nel PPE ma dovrebbero militare nel Partito dell’ALDE e quindi con Macron, perché ormai Forza Italia è peggio del PD".

A volte ci si dimentica dei cittadini. Anche in Sardegna dopo l'elezione del presidente, quasi nessuno si è fatto vivo. Cosa pensa di questo comportamento della politica?

"Questa è la morte della politica, soprattutto oggi. Se tutto va bene i cittadini possono pensare che chi governa sta lavorando al meglio quindi la necessità di un contatto diretto viene meno. Ma in un periodo di crisi come questo, così prolungato e grave, se non si sta vicino, anche fisicamente, alle persone, se non si sta quotidianamente a fianco alle famiglie, agli imprenditori si perde la fiducia dei cittadini. La gente apprezza se vede l’impegno dei politici che fanno propri i temi più importanti della società che coinvolgono le famiglie, le imprese, i giovani ed i lavoratori. Chi sta nelle stanze del potere deve farsi carico delle problematiche e ascoltare le istanze dei cittadini che, pur essendo consapevoli che le bacchette magiche non esistono, capiscono il grado di coinvolgimento della classe dirigente".

Elisabetta Gardini (Ansa)
Elisabetta Gardini (Ansa)
Elisabetta Gardini (Ansa)

Come giudica il fatto che alcuni esponenti di Forza Italia, che hanno condiviso il programma elettorale con la Lega che prevedeva l’abolizione della Legge Fornero, oggi attaccano quota 100?

"Vedo un partito che ha perso la bussola e che si comporta come il PD. Ed è la sensazione che hanno gli elettori. L’opposizione che sta facendo Forza Italia non ha senso, è una replica del Partito Democratico, parlano lo stesso linguaggio. La Carfagna dice le stesse cose della Turco e Brunetta sembra la fotocopia di Renzi".

Un addio al Partito o anche alla politica?

"Una volta che incontri la politica non la abbandoni più. Però la puoi frequentare da semplice cittadino, da militante, da elettore. Sono stata lontana dalla politica fino alla maggiore età perché ho vissuto l’adolescenza a Padova in un’epoca dove c’era di tutto, dalle Brigate Rosse a Freda e Ventura. Quindi mi ero tenuta molto distante dalla politica crescendo nell’associazionismo cattolico, nel volontariato".

Quando si è avvicinata alla politica attiva?

"Quando sono arrivata in Rai ho capito che era vero il luogo comune secondo cui se non ti occupi di politica la politica si occupa di te. Ho così iniziato a seguirla da vicino, in particolare a partire dal 1994. In effetti votare è un diritto-dovere e, iniziando a entrare nel vivo di un percorso all’interno di un partito, ho anche capito che è un grande piacere partecipare attivamente".

Qual è il suo orizzonte in politica dopo questa scelta?

"Non abbandonerò sicuramente la politica ma, non avendo la sfera di cristallo ed essendo in un periodo di crisi e di cambiamento vista la scelta difficile e sofferta, non è il momento migliore per prevedere cosa farò. Intanto ho recuperato la libertà di poter dire esattamente quello che penso, cosa che da anni avevo smarrito, perché, stando in un partito dove la distanza tra quello che gli ideali ed i valori ci trasmettono e ciò che i miei compagni di viaggio portavano avanti era abissale, mi sono resa conto che ero costretta a mediare, ad autocensurarmi in ogni occasione. E non era un bel vivere. Oggi sono totalmente libera".

Lei che da donna ha avuto successo in tv, in teatro e in politica. Come vede le quote rosa?

"Se noi avessimo il merito applicato alla vita quotidiana, non ci sarebbe bisogno di nessuna quota e anche il problema dei giovani e delle donne sarebbe risolto. Le difficoltà dei giovani e delle donne di inserirsi sono sintomi di una società che non funziona come dovrebbe rispetto a quelle che sono le regole del merito. Fintanto che queste regole non vengono messe in campo noi abbiamo il dovere di intervenire in qualche modo anche con delle imposizioni e dei correttivi. In ogni caso sono assolutamente contraria rispetto ad una visione invasata ed invasiva della sinistra, e purtroppo ormai anche di gran parte di Forza Italia, che ricerca, spesso solo a tavolino e acriticamente, il 50% di uomini e donne, perché così facendo si arriva a distorsioni macroscopiche".

Qualche esempio concreto?

"Negli Stati Uniti, in alcune Università, si impedisce ai giovani di sesso maschile di fare sport perché se le ragazze iscritte sono 100 ed i ragazzi 150 si consente, per la parità di genere, solo a 100 ragazzi di accedere alla pratica sportiva negandola a 50 che ne avrebbero tutto il diritto. Una vera aberrazione. Un mondo fatto di imposizioni e di regole formali e burocratiche calate dall’alto per il rispetto di quote che nascono dallo strabismo di una governance incapace di assicurare merito ed equità, ci traghetterebbe in una società priva di anima e di valori".

Ha lasciato il segno come conduttrice televisiva. Tornerà sul piccolo schermo?

"Non sono opzioni che si scelgono, difficile fare una previsione. Forse, quando la politica non sarà più l’attività principale e non dovessi ricoprire un ruolo elettivo che comporta un impegno totalizzante, tornerei in teatro. Ipoteche non se ne possono mettere però vedo più plausibile un ritorno sul palco rispetto ad un impegno futuro come conduttrice in tv".

Ha parlato con Berlusconi prima di lasciare Forza Italia?

"Avevo cercato Silvio Berlusconi per incontrarlo e per congedarmi da lui e dal partito in modo civile perché, per me, la cosa più importante sono sempre state le relazioni ed i rapporti umani. Non mi è stato possibile. Sono certa che a lui avranno raccontato gli eventi come hanno voluto e sono sicura che gli avranno fatto leggere solo una minima parte della verità. Mi dispiace molto che non sia stato messo nella condizione di poter vedere i fatti per quello che sono. Sono convinta che questo andazzo, che ha condotto Forza Italia verso un declino forse irreversibile, non sia la volontà del Presidente Berlusconi. Siamo davanti non ad una muraglia cinese, ma molto di più. Altro che costruire muri. Qui c’è una barriera invalicabile, direi omertosa, che gli hanno costruito intorno. Però non posso farci niente".

L.P.
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