Avvicinare le bambine alla tecnologia e alle carriere scientifiche; costruire infrastrutture digitali; valorizzare l'enogastronomia e l'artigianato; fare della Sardegna la California europea, sole e web, qualità della vita, sviluppo e ricchezza. Non ha mai fatto politica, e la campagna elettorale deve ancora organizzarla, ma un programma forte ce l'ha già Alessandra Todde, scelta direttamente da Di Maio come capolista del Movimento Cinque Stelle alle Europee del 26 maggio nella circoscrizione Isole.

Nata a Nuoro nel 1969, ingegnere informatico, esperienze professionali in mezzo mondo, dagli Usa all'Olanda, amministratore delegato - ora dimissionaria - di Olidata (core business nell'Internet delle cose), a dicembre è stata inserita tra le "Inspiring Fifty", club esclusivo delle cinquanta signore più influenti in campo hi-tech.

Quando ha lasciato la Sardegna?

«A 17 anni, quando mi sono iscritta all'Università a Pisa. Ma sono sempre orgogliosamente sarda e ho un amore immenso per la nostra terra».

Si presenti.

«Ho cinquant'anni, due lauree, sono diventata ingegnere informatico per mio padre. Lui avrebbe voluto studiare ingegneria, invece per una serie di vicissitudini ha fatto matematica e fisica, era professore al liceo scientifico di Nuoro. Così quella strada l'ho seguita io, un gesto d'affetto nei suoi confronti, lui mi ha regalato il mio primo pc quando avevo 11 anni, aveva capito che i numeri erano la mia passione e mi ha sostenuto».

Dove vive?

«Adesso a Parigi, il mio compagno ha una cattedra alla Sorbona, e un'altra a Bologna. È nuorese, ma ci siamo conosciuti fuori. Io comunque ho sempre la residenza a Nuoro, e vengo spessissimo in Sardegna, dove seguo diversi progetti».

Quali?

«Abbiamo aperto pochi mesi fa una sede di Olidata a Cagliari, poi sto facendo mentorship di alcune start up che si occupano di valorizzare le eccellenze del territorio, la filiera casearia e la fruizione corretta delle spiagge».

Come nasce la sua candidatura per Strasburgo?

«Di Maio stava cercando donne di alto profilo, io sono stata segnalata dal territorio e questo mi ha fatto particolarmente piacere. Mi hanno chiamato i suoi collaboratori, poi l'ho incontrato e mi ha spiegato il suo progetto per l'Europa».

E lei ha detto sì, una bella sfida.

«Ho fatto le mie riflessioni: sono convinta che il Movimento racconti una storia di cambiamento, inoltre mette in primo piano l'importanza della tecnologia. Ho pensato che avendo avuto molto mi sarebbe piaciuto restituire qualcosa, con senso civico».

L'investitura ha creato malumori tra chi ha partecipato alle Parlamentarie.

«Lo capisco, ma io dico che l'apertura è un valore, può dare forza e stimoli nuovi, credo che questo, un attivista che ha a cuore il successo del Movimento, lo capisca».

Cos'è l'Europa per lei?

«È casa. Mi muovo continuamente in Europa, bisogna avere piedi e testa saldamente in Europa e le cose che non funzionano cambiarle dall'interno. In questo momento si stanno decidendo politiche fondamentali e noi dobbiamo dialogare con i partner».

Come vede Salvini e i sovranisti?

«È chiaro che io non ho idee sovraniste, sono una persona inclusiva, credo sia importante costruire ponti, non lasciare nessuno indietro. Certo, i fenomeni vanno gestiti».

Le politiche per la Sardegna?

«L'Isola si potrebbe trasformare in una California europea se ci fossero le infrastrutture adeguate, abbiamo il potenziale per attrarre investimenti, cervelli in abbondanza, qualità della vita, un'umanità fuori dal comune. Valori che se messi in marcia correttamente sarebbero un volano straordinario per la crescita. Poi c'è la questione trasporti, serve una continuità territoriale non di facciata ma reale. Dobbiamo spendere di più e meglio i fondi europei, come la Spagna, per esempio, che è stata capace di realizzare aeroporti, strade, ferrovie».

Cosa ha votato alle Regionali?

«Non ho votato, ero all'estero».

Cristina Cossu

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