Di Maio e Salvini vogliono evitare a tutti i costi la crisi di governo, ma le posizioni di Lega e Movimento 5 Stelle sulla linea Tav Torino-Lione restano inconciliabili.

La lite è andata avanti ieri fino a tarda sera. "Se qualcuno mi dice che non servono i treni, anche io vado fino in fondo. Siamo in due a dire di no, vediamo chi ha la testa più dura. Io voglio un'Italia che va avanti e nessun ministro della Lega firmerà per lo stop all'opera", ha detto Matteo Salvini.

Di Maio, all'uscita di Montecitorio, ha replicato a stretto giro di posta: "Sono sbalordito da questa minaccia di crisi. Il Movimento è compatto, in questo momento ci sono milioni di italiani che aspettano di essere risarciti perché truffati dalle banche, mentre altri attendono reddito di cittadinanza e quota 100. E Salvini minaccia una crisi di governo? Mi pare un atteggiamento irresponsabile".

E ancora: "Abbiamo solo chiesto la sospensione dei bandi per un'opera vecchia di 20 anni, lo abbiamo chiesto perché previsto dal contratto siglato tra M5S e Lega. E cosa fa Salvini? Oltre a forzare una violazione del contratto minaccia pure di far cadere il governo?".

Ieri il vicepremier in una riunione con i parlamentari M5S ha tenuto il punto. Per il Movimento questa è la madre di tutte le battaglie, e Di Maio non sembra disposto a cedere ancora: "Non metteremo in discussione il no all'opera", ha detto.

Quasi più duro del leader è stato Gianluigi Paragone (M5S), che intercettato dai giornalisti ha sfidato la Lega: "La Tav non si fa, se Salvini vuole far cadere il governo lo farà cadere lui".

Ieri ha preso posizione anche il premier Giuseppe Conte, esprimendo "forti dubbi e perplessità" sull'opera. "Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l'Italia ha bisogno".

Il Senato ha intanto approvato una mozione sibillina presentata da Lega e M5S in cui si scrive esattamente quanto riportato nel contratto di governo. La mozione, infatti, impegna l'esecutivo a "ridiscutere integralmente il progetto, nell'applicazione dell'accordo Italia-Francia".

Il presidente del Consiglio ridiscuterà, in Europa e in particolare con la Francia, l'opera. Ma cosa fare nel frattempo? Sospendere i bandi o no? Questo è il nodo della discordia, e la decisione - che è tutta politica - ora non si può più rimandare.

Questa mattina Salvini ha smorzato i toni ma tenuto il punto nel merito: "Nel contratto - ha detto intervistato da Rtl - c'è la revisione dell'opera che è giusta, si possono tagliare spese, strutture. Ma non si può fermarla, e conto che il buon senso prevalga".

E ancora: "Io irresponsabile? No, sono coerente e poi Luigi parlava ai suoi. Comunque non mi scandalizzo, ho sempre lavorato per riavvicinare le posizioni, e i bandi per la Tav devono partire lunedì, a me interessa quello".

Sul governo invece: "Andrà avanti, sono contento di quanto fatto in questi nove mesi e ci sono ancora tante cose da fare, ma ribadisco che la Lega non firmerà nessun provvedimento per fermare l'opera. Bisogna scegliere, non si può sempre rimandare".

(Unioneonline/L)
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