Fari puntati sul Regno Unito, che ha registrato un altro triste record di contagi da coronavirus.

Nelle ultime 24 ore sono stati conteggiati 4.422 nuovi casi, 100 in più rispetto al giorno precedente, con un record che non si vedeva dall'8 maggio, riporta il Guardian.

Il bilancio complessivo è di oltre 390mila casi mentre sale a 41.759 il totale delle vittime, +27.

Ecco perché sul Regno Unito torna ad allungarsi lo spettro di un lockdown nazionale bis. Per ora lo strumento scelto è quello di un rafforzamento parziale e localizzato delle restrizioni, esteso a territori che si vanno ampliando di giorno in giorno fino a coinvolgere una vasta parte dell'Inghilterra e oltre 15 milioni di persone solo sull'isola.

Limitazione già attive a Leicester, Bolton (ai margini della Grande Manchester), Birmingham (seconda città del Regno), in altre aree e comuni di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, nei centri urbani di Newcastle e Sunderland; e presto anche a Lancashire, Liverpool, un ulteriore pezzo delle Midlands o dello West Yorkshire.

Vietato ogni contatto sociale privato, all'aperto o all'esterno, al di là dei nuclei familiari conviventi; si reintroducono limitazioni più serrate sugli orari di ristoranti, pub e caffè; c'è l'indicazione di non usare i trasporti pubblici se non per "esigenze essenziali" come andare al lavoro o a scuola.

"Un lockdown nazionale (bis) è ciò che vogliamo scongiurare e non è un'ipotesi che abbiamo adesso sul tavolo", ha detto il ministro della Sanità, Matt Hancock, ma è anche "l'ultima linea di difesa" poiché "abbiamo imparato negli ultimi 9 mesi a non escludere nulla".

L'ipotesi, intanto, è stata definita dal premier inglese Boris Johnson "disastrosa" per la tenuta dell'economia.

(Unioneonline/D)
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