A quattro anni di distanza dalla morte del ricercatore, sono ora in possesso degli inquirenti italiani i documenti di Giulio Regeni, sequestrato e ucciso al Cairo nel 2016.

Il passaporto e le due tessere universitarie (dell'Università di Cambridge e dell'Università americana del Cairo) sono stati consegnati dalle autorità egiziane assieme ad una serie di oggetti che, secondo gli investigatori egiziani, appartenevano al giovane friulano.

Furono sequestrati alla banda di presunti killer, cinque criminali comuni uccisi in Egitto il 24 marzo di quattro anni fa.

I cinque furono fatti passare dall'autorità locali come gli autori dell'omicidio di Regeni in quello che per gli investigatori italiani è stato, invece, un tentativo di depistaggio.

Tra i presunti effetti personali ora nelle mani degli inquirenti italiani ci sono anche un marsupio rosso con lo scudetto dell'Italia, alcuni occhiali da sole (di cui due modelli da donna), un cellulare, un pezzo di hashish, un orologio, un bancomat e due borselli neri, di cui uno con la scritta "Love".

E' probabile che i genitori di Regeni verranno convocati dagli investigatori per effettuare un nuovo riconoscimento degli oggetti.

Nei giorni scorsi a tornare sul caso era stato il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti, che in una lettera aperta aveva chiesto al governo di ottenere dal Cairo un processo per la morte del ricercatore.

(Unioneonline/F)
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