Si prospetta una disfatta politica per Theresa May il voto di stasera alla Camera dei Comuni sulla Brexit.

Secondo i pronostici sono un centinaio, secondo le previsioni di queste ore, i deputati conservatori e quelli del Democratic Unionist Party nordirlandese che si uniranno all'opposizione per bocciare l'accordo negoziato con Bruxelles.

Inutili i tentativi dell'Europa di evitarlo, con Donald Tusk e Jean-Claude Juncker che hanno cercato di rassicurare il Parlamento britannico sul fatto che il "backstop" per il confine irlandese - il nodo principale - sarà solamente temporaneo.

Sembra sempre più realistica dunque l'ipotesi di una "no deal Brexit", che scatterà il 29 marzo.

La premier inglese intanto avverte i deputati: la bocciatura dell'intesa siglata con Bruxelles porterebbe a una "paralisi" e potenzialmente alla permanenza nell'Ue. E intanto corre ai ripari.

Ieri, in un discorso, non ha più escluso categoricamente la proroga dell'Articolo 50: una proposta di legge, che, se approvata, fermerà l'uscita automatica del Regno Unito dalla Ue. La legge assegnerebbe alla premier e al Parlamento sei settimane di tempo per trovare un accordo su come procedere lungo la strada della Brexit.

Se non venisse raggiunta un'intesa, la legge obbligherebbe la premier a chiedere a Bruxelles una proroga dell'Articolo 50. Che, attenzione, può anche rifiutarla.

(Unioneonline/D)
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