La vendetta per un'aggressione subita sarebbe il movente dell'omicidio di Giuseppe Caracciolo, 48enne di Canosa di Puglia, già noto alle forze dell'ordine, ucciso sabato mattina nella piazza centrale della città del nord Barese con due colpi di arma da fuoco al petto.

A sparare sarebbe stato Matteo Di Nunno, 80enne, anch'egli già noto alle forze dell'ordine, sottoposto ieri a fermo per omicidio volontario, bloccato mentre stava per fuggire caricando buste di indumenti sul suo autocarro e con la valigia già pronta nel soggiorno di casa.

In manette è finito anche il figlio di Di Nunno, arrestato in flagranza perché nascondeva sul lastrico solare l'arma del delitto, consegnatagli dal padre, una pistola a salve modificata con calibro 380, con cinque munizioni nel caricatore.

Le indagini della Squadra mobile di Bari e del commissariato di Canosa, coordinate dalla Procura di Trani, grazie anche alle dichiarazioni di testimoni oculari e alle immagine delle telecamere di videosorveglianza, hanno consentito di identificare in poche ore l'assassino che ha subito confessato ma poi, davanti al pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha detto di aver voluto punire un pestaggio (mai denunciato) da parte della vittima, che sarebbe avvenuto il 14 luglio scorso.

Di Nunno Avrebbe raggiunto Caracciolo in piazza, sparandogli mentre la vittima era alla guida della sua auto. Nel tentativo di sottrarsi al suo aggressore, Caracciolo avrebbe inserito la retromarcia andando però ad impattare contro un'altra auto in transito e provocando così un incidente. Benché ferito, è riuscito a raggiungere l'ospedale dove però è deceduto poco dopo.

(Unioneonline/F)
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