"È tutto ridicolo. Non abbiamo mai chiesto un rublo, un dollaro, un gin tonic, un pupazzetto a nessuno".

Matteo Salvini liquida così le indagini dei pm di Milano sui presunti rapporti illeciti tra la Lega e la Russia, esplose sulla stampa con la pubblicazione di un audio sul sito americano BuzzFeed con protagonista il leghista Gianluca Savoini, presidente dell'associazione Lombardia-Russia.

La registrazione risale al 18 ottobre 2018 all'Hotel Metropol di Mosca: Savoini parla con tre russi sia di strategie sovraniste anti-Ue che di affari legati al petrolio e, secondo BuzzFeed, cerca un accordo per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega. "A maggio - dice il leghista in inglese - ci saranno le elezioni in Europa e vogliamo cambiarla. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità".

Poi si parla di una presunta compravendita di petrolio, attraverso la quale "mascherare" presunti fondi neri che dovrebbero arrivare alla Lega. Si sente un altro italiano presente, oltre a Savoini, dire agli interlocutori russi: "Il 4% per noi è sufficiente, se lo sconto arriva al 10, il 6% è vostro".

Dunque una parte del prezzo della compravendita di petrolio tra una società italiana che doveva comprare e una società russa che vendeva sarebbe dovuta arrivare alla Lega per finanziare la "campagna elettorale" (il 4%, ossia circa 65 milioni di dollari) e la restante parte, invece, (il 6%) sarebbe andata ai russi.

La Procura ha aperto un'inchiesta per corruzione internazionale in cui risulta indagato proprio l'esponente del partito di Matteo Salvini. Il ruolo di Savoini nella vicenda? "Non lo so - dice Salvini - chiedetelo a lui, io parlo a nome mio, è ridicolo tutto quello che leggo. Io ho la coscienza a posto, i fondi della Lega sono trasparenti".

"A me sembra che qualche fanfarone le sparava grosse - dice Giancarlo Giorgetti, suo braccio destro - e qualcuno in modo opportunistico per chissà quali fini ne approfitta per gettare discredito su Salvini".

(Unioneonline/D)
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