Violenza sulle donne, in 50mila hanno chiesto aiuto: 106 femminicidi nel 2018 FOTO

Nel 2017 quasi 50mila donne - 49152 per la precisione - si sono rivolte almeno una volta a un centro Antiviolenza per denunciare molestie, maltrattamenti, insulti e aggressioni. O peggio.

Emerge dai dati diffusi oggi dall'Istat, che per la prima volta - in occasione della giornata contro la violenza sulle donne di domenica 25 novembre - ha svolto un'indagine sui servizi offerti dai centri Antiviolenza.

Entrando nel dettaglio dei numeri forniti dall'istituto statistico, 29227 di loro, il 59%, hanno poi effettivamente iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Il 64% delle vittime ha figli, il 27% ha origini straniere

Dati inquietanti, tanto più se incrociati con quelli diffusi dall'Eures, secondo cui nei primi dieci mesi del 2018 in Italia ci sono stati 106 femminicidi.

Intanto l'organizzazione internazionale Terre des Hommes accende i riflettori su un tipo di molestia ancora sottovalutata, che col passare del tempo si fa sempre più dilagante. Parliamo della violenza su Internet: i due terzi delle vittime di bullismo e cyberbullismo sono donne.

Il governo prova a correre ai ripari, con la Lega in prima linea. E Salvini che fa sua una proposta del ministro Giulia Bongiorno, quella di introdurre un codice rosso per i processi che trattano casi di violenza sulle donne. "Come accade in pronto soccorso - spiega Salvini - chi ha un infarto passa davanti rispetto a chi si rompe un dito. Anche le donne devono avere questa opportunità se molestate".

E domani l'associazione "Non una di meno" scende in piazza, "senza bandiere e simboli identitari e di partito". Anche contro Salvini, per una manifestazione nazionale "contro la violenza di genere e le politiche patriarcali e razziste del governo".

"Rifiutiamo - spiegano gli organizzatori - la paura, l'odio e la violenza del decreto Salvini, esprimiamo solidarietà alle migranti esposte a violenze reiterate e sulla cui pelle si gioca in modo ancor più tragico la partita della destra al governo". Inoltre, ribadiscono gli organizzatori, "la libertà di abortire non si tocca e il ddl Pillon va bloccato".

(Unioneonline/L)