Il ricordo di Giovanni Niola non abbandonerà mai l'officina "L'assistenza" di Assemini, aperta dal padre Salvatore negli anni '90 e che lui sognava un giorno di poter gestire, portando avanti la tradizione di famiglia. Lo si intuisce dai volti scuri dei colleghi che, nonostante il dolore, ieri si sono presentati al lavoro. Lo hanno fatto soprattutto per lui, il motociclista di 23 anni di Dolianova volato via il 29 dicembre dopo uno schianto contro un guardrail della vecchia Orientale 125, all'altezza di San Vito.

A loro, una squadra di circa 20 operai, si aggiungerà presto anche il fratello di Giovanni: Andrea, 18 anni, stessa sconfinata passione per i motori.

SULLE SUE ORME - «Mio fratello vivrà sempre dentro di me», assicura. «Il suo sogno era gestire l'attività, un mondo che lo aveva stregato a soli 16 anni, amava vivere alla giornata e la sua grande passione erano i motori, le corse in moto, auto e kart. Ancora non lavoro qui ma voglio imparare il mestiere proprio come lui, il fratello maggiore che mi porterò sempre dentro».

«Era molto felice», ricorda ancora Andrea: «Da una settimana era andato a convivere con Natascia, la ragazza con cui stava da cinque anni e che ora è distrutta. Era una persona sempre sorridente, intraprendente: gli venivano in mente sempre nuove idee per coltivare la passione dei motori. Un ragazzo pieno di sogni che pian piano, con sacrifici, stava realizzando».

FAMIGLIA STRAZIATA - Ora la vita avrà un sapore più amaro per Andrea, il padre Salvatore e la madre Monica: «Poco fa - racconta il diciottenne - papà è passato in officina ma ancora non riesce a stare qui. Io devo essere forte, con la testa sulle spalle, come avrebbe voluto Giovanni. Anche se è difficile, in questo momento non ci si può buttare giù». Andrea ha scoperto della tragedia sui social: «Uno shock indescrivibile».

STRADE INSICURE - Gli amici hanno raccontato che Giovanni, in sella alla Kawasaki che lui stesso aveva preparato con cura, fosse abituato ad affrontare ogni curva con prudenza, seguendo le raccomandazioni dei genitori. «Era sempre attento in moto e aveva esperienza», conferma Andrea. Eppure ciò non è bastato a evitare la tragedia: «Credo sia necessario implementare la sicurezza delle strade sarde".

IL POST - Il 18enne mostra poi l'ultimo messaggio postato da Giovanni su Fb: «Questo è uno stile di vita, una scelta che si fa, anzi che si ha dentro fin da piccoli. Ma non la pista, non le gare, non la competizione: la libertà, la libertà di fare la cosa che ti rende felice, che ti fa fare quel respiro talmente grosso ma rilassante che si può sentire a chilometri di distanza. E sapete cosa vi dico? Per sentire tutto questo, devo buttare soldi, consumare gomme e anche rischiare la vita. Beh, non importa: fin quando potrò lo farò, perché questa è vita».
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