"Sulle incompatibilità i sindaci di Serramana e Samassi, Sergio Murgia e Enrico Pusceddu, dovrebbero mettersi a studiare. Intanto perché non ho cambiato nulla nel ruolo del mio comune. Sanluri è da vent'anni socio sia del Consorzio Cisa che del Villaservice, e poi perché io non ho compiti gestionali sia nel Cisa che nel Villaservice. Sono presidente dell'assemblea del Cisa Service, faccio cioè il semaforo, non sono presidente del Cda. Non è incompatibile neppure la carica di presidente dell'Assemblea dei sindaci col ruolo di capo di gabinetto dell'Industria perché, ripeto, non sono presidente del cda e il Cisa non è un consorzio industriale, non è un'azienda, ma un consorzio di enti locali, perché se così fosse non potrei sedere neppure la tavolo dell'Unione dei Comuni. Quindi non c'è nessun a incompatibilità con il ruolo di capo di gabinetto dell'Industria il quale non eroga nessun finanziamento al Cisa che non può partecipare a nessun bando dell'assessorato". Così Alberto Urpi, presidente dell'assemblea consortile del Consorzio Cisa di Serramanna, replica alla richiesta di commissariamento dell'Ente presentata dai due primi cittadini di Serramanna e Samassi, soci del Cisa.

Una richiesta arrivata dopo le polemiche roventi delle ultime settimane (in assemblea è mancato l'accordo sulla trasformazione del Consorzio Cisa da ente pubblico a società pubblica) culminate nella svolta clamorosa: i sindaci di Serramanna e Samassi, Sergio Murgia ed Enrico Pusceddu, chiedono il commissariamento del Consorzio Cisa di Serramanna.

La nota, lunghissima, di Murgia e Pusceddu, sindaci di due sette comuni soci del Consorzio (Sanluri, Serramanna, Samassi, Serrenti, Nuraminis, Samatzai, Villasor) è indirizzata alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e alla Prefettura, oltre che ai colleghi sindaci degli altri comuni soci.

"Il Cisa è un Consorzio che gestisce finanziamenti, appalti e servizi pubblici essenziali per decine di milioni di euro, quali il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, la gestione degli impianti di compostaggio e depurazione, il revamping dei predetti impianti, la realizzazione di impianti fotovoltaici, la rete per la distribuzione del gas metano (Bacino 27)", è la premessa di Murgia e Pusceddu al lungo j'accuse, dove rilevano "un'attività amministrativa del Cisa che da diversi anni sta creando ai Comuni consorziati rilevanti danni di economici se sempre più gravi inconvenienti igienico-sanitari". Dalla condizione del presidente dell'Assemblea consortile alle presunte irregolarità amministrative e l'impossibilità per i comuni soci di assolvere al proprio compito di indirizzo e controllo, passando per la condizione e il rapporto contrattuale del direttore generale (i sindaci di Serramanna e Samassi accusano il direttore Mauro Musio, tra l'altro, di "incompatibilità e irregolarità retributive"), situazione degli impianti consortili, messa in liquidazione del Cisa Srrvice srl: la controllata del Consorzio Cisa, attualmente in liquidazione: lungo l'elenco dei punti cardine della richiesta di commissariamento del Consorzio Cisa.

Culmine, evidentemente, della prolungata querelle interna al Cisa che nelle ultime settimane ha ruotato sul rinvio delle sedute di Assemblea consortile per l'approvazione della bozza di statuto del nuovo Cisa Srl. L'ipotesi di trasformazione del Consorzio da ente pubblico a società pubblica, e con questo anche la volontà del passaggio dei sette dipendenti (attualmente in cassa integrazione) del Cisa Service Srl, la partecipata del Cisa, in liquidazione, è superata oggi dalla richiesta di commissariamento dell'Ente.
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