Il Comune di Villanovaforru ha detto "no" alla metanizzazione in Sardegna.

Lo ha fatto con una delibera ufficiale del Consiglio comunale, approvata nell'ultima riunione.

"Una battaglia, che portiamo avanti, perché la riteniamo giusta e necessaria", ha esordito il sindaco Maurizio Onnis.

Il progetto sull'arrivo del metano in Sardegna era stato già definito obsoleto in un'assemblea pubblica organizzata qualche settimana fa dal Comune.

Il primo cittadino allora aveva ricordato: "Fra tutte le cose che potrebbero dirsi sulla questione metano, ne rilevo una sola. I depositi costieri di gas naturale liquido in progetto, Cagliari, Oristano e Porto Torres, hanno una capacità almeno doppia di quella utile a soddisfare le necessità di metano della Sardegna, persino nelle ipotesi più spinte di sviluppo economico e sociale dell'isola. Una volta realizzato il sistema composto da depositi, rigassificatori e centrali a metano, noi diventeremmo semplicemente un grande serbatoio per l'energia da esportare in continente. In altre parole: qualcuno guadagnerà sulle spalle dei sardi. I quali, per il gas che rimarrà qui, dovranno pagare un prezzo salato, a meno che il governo romano non provveda con il suo buon cuore a distribuire i maggiori costi su tutti gli italiani. Si chiama speculazione ed è una storia che abbiamo già sentito".

Contrarietà del Comune della Marmilla, ora messa nero su bianco in una delibera di Consiglio.

"Un documento col quale abbiamo chiesto alla Regione di non procedere alla stipula di nuovi contratti per la realizzazione di reti cittadine del gas", ha riferito il primo cittadino.

Non solo. La delibera ha chiesto alla Regione di redigere un nuovo piano energetico e ambientale, che abbia come obiettivo l'abbandono dei combustibili fossili, l'efficientamento energetico e la scommessa sulle nuove fonti rinnovabili.

Poi, recita la delibera "si chiede l'impegno della Regione ad adottare tutte le misure di supporto necessarie per l'implementazione del modello basato sulla generazione distribuita, cominciando dall'acquisizione delle reti a media e bassa tensione anche attraverso la rimodulazione dei fondi europei gestiti dalla Regione, l'accesso a programmi dell'Unione Europea e l'istituzione di fondi dedicati".
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