Flavio Briatore dona 100mila dollari per il potenziamento delle strutture di terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano per la causa promossa dalla coppia Ferragni-Fedez e lo annuncia su Instagram con un video messaggio. Più di 8 milioni di euro sono stati raccolti in tutto a oggi. Ma sui social l'imprenditore fa appello anche ai suoi follower e li sprona a non lamentarsi.

"Meglio la noia che essere intubati", dice a proposito dell'ultimo decreto restrittivo del presidente del consiglio sul contenimento del contagio da Coronavirus.

"Dobbiamo fare in modo che questo brutto periodo passi - aggiunge -. Ormai il danno è fatto. I politici hanno combinato un guaio per il ritardo con cui si è intervenuti. Gli italiani non sono cinesi, è vero, e in Cina c'è un regime dittatoriale che impone al popolo cosa fare, ma impariamo da loro in questo caso. Impariamo dai cinesi che stanno combattendo con efficacia il virus".

Il pensiero, poi, va alle Partite Iva, a chi commenta i suoi post lamentando di non farcela a comprare nemmeno i beni di prima necessità o a pagare l'affitto.

"Purtroppo stare a casa non va bene per tutti. Tante Partite Iva, come gli ambulanti, non guadagnano se non escono tutti i giorni a lavorare. Se obblighiamo qualcuno a stare a casa dobbiamo sostenerlo - dice ancora Briatore -. Giusto bloccare l'Italia, ma chiedo al Governo di fornire sostegno immediato e buoni acquisto a chi non può guadagnarsi il pane con il proprio lavoro. E agli amici italiani dico ancora una volta stiamo a casa".

Chiude rivolgendosi ai colleghi: imprenditori, uomini d'affari, celebrità.

"C'è tanta gente che non ha problemi di denaro e può dare quanto me o di più. Qualsiasi cifra va bene. In questi momenti non serve il braccino corto, dobbiamo aiutare chi ha bisogno - conclude Briatore -. Dobbiamo sostenere gli ospedali e i medici e gli infermieri e tutti coloro chiamati a mettere a rischio la loro vita per salvare la nostra. Dobbiamo essere uniti".

Al telefono lascia un commento anche sulla situazione in Sardegna: "La preoccupazione c'è, quest'anno non ci sarà nessuno se non si aprirà presto uno spiraglio sul fronte virus e sul caos trasporti".
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